In dieci anni - secondo quanto risulta dalla rilevazione delle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) realizzata dall'Ufficio federale di statistica (UST) - la progressione del tempo parziale è stata più marcata tra gli uomini (+43,7%) che tra le donne (+19,9%).
L'UST osserva peraltro uno slittamento verso gradi di occupazione più elevati: il numero di occupati con un grado di occupazione compreso tra il 50% e l'89% è infatti progredito del 41,5% contro il 7,0% per i gradi di occupazione inferiori al 50%. Il maggior incremento (+71,3%) è però stato fatto segnare dalle persone che lavorano al 90% e che fanno parte degli occupati a tempo pieno secondo gli standard statistici nazionali.
Come nel 2003 anche lo scorso anno l'80,2% delle lavoratrici con figli di meno di 15 anni lavorava a tempo parziale. Pur restando modesta, tra gli uomini questa percentuale è aumentata, passando dal 5,8% nel 2003 al 9,3% nel 2013. Prendendo in considerazione unicamente gli uomini con figli piccoli (bambini di meno di 7 anni), nel 2013 la quota di lavoratori a tempo parziale era del 10,5%, afferma ancora l'UST.
Diverse le cause del lavoro part time: in primo piano i motivi familiari (46,3% delle ragioni invocate; 15,7% tra gli uomini e 52,9% tra le donne), la frequentazione di corsi formativi (11,7%), il fatto di non aver trovato un lavoro a tempo pieno (7,1%), il fatto di esercitare un altro impiego (7,0%) e motivi di salute (3,3%). Il 9,7% degli intervistati afferma inoltre di non volere un lavoro a tempo pieno e il 13,3% adduce altri motivi senza specificarli.