Ad Atene la legge di bilancio, che ha ottenuto 153 voti a favore su 300 (la maggioranza conservatrice-socialista guidata da Antonis Samaras controlla 154 seggi in Parlamento), indirizza il Paese verso un ritorno alla crescita nel 2014. Dopo aver rischiato la bancarotta lo scorso anno, la Grecia prevede ora un Pil in crescita dello 0,6% nel 2014.
"Questo è un giorno storico", ha commentato il primo ministro Samaras, definendo il provvedimento un bilancio di ripresa e speranza. Il bilancio 2014 non ha tuttavia ottenuto l'avallo della troika e potrebbe essere modificato nei prossimi mesi con nuove misure di austerità. Samaras ha però respinto la visione pessimistica che arriva dai creditori, ammettendo che le discussioni con la troika sono state "difficili" e che questo è "il momento più difficile", ma esprimendo fiducia sulla conclusione dei negoziati.
A fare da contraltare agli insuccessi della Grecia, c'è il risultato importante dell'Irlanda, che dice addio alla troika, con l'uscita ufficiale oggi dal programma di salvataggio: si tratta del primo paese dell'euro a lasciare il salvataggio. Il programma di assistenza finanziaria dell'Efsf dell'Irlanda, che si conclude proprio oggi, è iniziato nel febbraio 2011: da allora sono stati sborsati 17,7 miliardi di euro per sostenere gli aggiustamenti macroeconomici di Dublino. "L'uscita dal programma da parte dell'Irlanda è un grande successo per Dublino e l'area euro nel suo complesso. Mostra che la nostra strategia per risolvere le crisi sta funzionando", commenta il ceo dell'Efsf Klaus Regling.
Dublino, inoltre, punta a rimarcare la piena indipendenza finanziaria: il Paese non si affiderà infatti alla linea di credito precauzionale che alcuni partner europei avrebbero voluto imporle, rinunciando quindi alla possibilità di attivare in qualsiasi momento lo 'scudo' della Bce; ma si affiderà ad un accordo con l'agenzia tedesca Kfw, una specie di cassa depositi e prestiti tedesca, già attiva in Spagna e Portogallo, che finanzierà le sue imprese.