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NEW YORKFmi: lavoro e crescita priorità, prospettive preoccupano

04.04.13 - 18:33
Fmi: lavoro e crescita priorità, prospettive preoccupano
NEW YORK - L'occupazione è la priorità ma le prospettive per la crescita e il mercato del lavoro preoccupano. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) in un rapporto datato 14 marzo. La crescita mondiale quest'anno dovrebbe attestarsi al 3,5%, due punti percentuali in meno rispetto agli anni della pre-Grande Recessione.

E nel mondo ci sono 200 milioni di disoccupati, con il tasso disoccupazione fra i giovani allarmante in alcuni paesi. Il tasso di occupazione a livello globale è al 60%, ai minimi da due decenni.

"La priorità in molte economie avanzate è ridurre l'elevata disoccupazione. Le politiche per farlo devono puntare nel rafforzare la domanda aggregata per ravvivare la crescita. Le misure per la domanda aggregata devono essere appoggiate da riforme in grado di risolvere i colli di bottiglia per la crescita della produttività e consentire così ai singoli paesi di trarre i maggiori vantaggi possibili dai trend in atto", ovvero l'innovazione tecnologica, la globalizzazione, la crescita della forza lavoro globale, ma anche le tendenze demografiche e la recessione globale.

"La Grande Recessione del 2008-2009 - viene ancora affermato - è stata una delle più profonde e sincronizzate nei paesi avanzati negli ultimi 50 anni. In molti paesi, la produzione resta al di sotto del potenziale e la disoccupazione alta", che sta esacerbando le diseguaglianze in termini di redditi. "La disoccupazione si prevede resti elevata per alcuni anni. Nonostante la riduzione recente del gap, la media femminile di partecipazione al lavoro resta bassa intorno al 50%. Le diseguaglianza nei redditi sono aumentate negli ultimi decenni in diversi paesi Ocse".

"Anche se siamo sulla strada di centrare il Millenium Development Goal di dimezzare il numero di coloro che vivono in estrema povertà (con meno di 1 dollaro al giorno) entro il 2015 rispetto ai livelli del 1990 - scrive l'Fmi -, ci sono ancora 900 milioni di persone che restano vulnerabili a essere spinte di nuovo nella povertà a causa di shock avversi".

ATS
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