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SVIZZERATito Tettamanti fuori dal coro

21.06.12 - 10:10
Il finanziere ticinese in un'intervista alla "Finanz und Wirtschaft" critica il Consiglio federale e la Banca Nazionale Svizzera, poi dice: "Sì al franco svizzero forte"
Keystone (archivio)
Tito Tettamanti fuori dal coro
Il finanziere ticinese in un'intervista alla "Finanz und Wirtschaft" critica il Consiglio federale e la Banca Nazionale Svizzera, poi dice: "Sì al franco svizzero forte"

BELLINZONA - Il finanziere Tito Tettamanti, nonostante i suoi 81 anni di età, resta uno dei protagonisti della finanza ticinese e svizzera. Nel 2011 ha fatto di nuovo parlare di sé per la sua partecipazione alla costituzione della "Mediengesellschaft Medien Vielfalt", (Società per il pluralismo dei media) con sede a Zugo. Azionista di riferimento con il 18,8% del capitale azionario, detiene il 53,6% dei titoli azionari con diritto di voto. Lo scorso dicembre Tettamanti ha acquistato il gruppo Basler Zeitung, rilevando la quota di Rahel Blocher, la figlia di Christoph Blocher. Alla testa dell'azienda l'amministratore delegato Filippo Leutenegger, ex direttore dell'informazione della SF.

Tettamanti e la Basler Zeitung

In un'intervista rilasciata alla rivista economico-finanziaria "Finanz und Wirtschaft", Tito Tettamanti, parlando dei suoi investimenti nel mondo dell'editoria, ammette che alla sua età, si sente un po' in imbarazzo parlare di programmi d'investimento futuri. Nessuna rivelazione sull’acquisto di altri giornali, ma ciò non toglie che la sua analisi sulla situazione attuale dell'economia e della finanza mondiale resti lucida e fedele alla linea, improntata sul liberismo economico.

Tettamanti e l'Europa

Ed è seguendo questa chiave interpretativa che Tettamanti, esprimendosi sulla crisi dell'Unione Europea, parla di "false promesse di politici, che hanno detto ai cittadini di poterli proteggere dalla culla alla bara". Una prospettiva "non più valida e che causa la rabbia dei cittadini". Tettamanti fa l'esempio del parrucchiere greco al quale era stato spiegato che la sua professione era rischiosa e che quindi sarebbe andato in pensione a 52 anni".

Tettamanti spiega che i soldi per la pensione del parrucchiere greco sono finiti e si dichiara preoccupato dello spettro del ritorno dei partiti di ispirazione nazionalsocialista e di estrema sinistra.

Tettamanti ritiene la parola "crescita", “che oggigiorno va molto di moda”, di difficile attuazione. Le ricette proposte dal manager ticinese sono due: "Riforme strutturali nelle quali sono da includere il mercato del lavoro e le pensioni, una migliore efficienza nel settore delle finanze pubbliche e un miglioramento dei mercati comuni". Secondo Tettamanti, la crescita attraverso la costruzione di infrastrutture non porta a nulla. Infatti "ciò provoca ulteriori debiti". "Per attuare i progetti – ha continuato Tettamanti - ci vorrebbero anni e una volta realizzate le infrastrutture, i posti di lavoro si esaurirebbero. Inoltre i lavoratori sono spesso nordafricani ed essi manderebbero i loro guadagni nei loro paesi. Noi abbiamo bisogno di industrie e imprese. Ed è per questo che dobbiamo attuare riforme strutturali".

Tettamanti e la Svizzera

Per quanto riguarda la situazione economica svizzera, Tettamanti ha espresso preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda la guerra commerciale condotta nei confronti della Svizzera da parte di altri paesi esteri, come per esempio "gli Stati Uniti, che portano avanti la loro lotta con azioni di propaganda negativa mirate nei nostri confronti, appoggiate dal messicano Angel Gurria  e dal segretario generale dell'OCSE".

In particolare, preso di mira è il segreto bancario che, secondo Tettamanti è da "difendere per quei paesi in cui a governare sono regimi autoritari. Per proteggere i patrimoni dei loro cittadini, dobbiamo offrire ogni possibile protezione. Questa è un'applicazione pratica dei diritti dell'uomo".

Tettamanti e il Consiglio federale

Sulla politica del Consiglio federale Tettamanti è poco tenero. "Il dipartimento delle finanze vuole abolire il segreto bancario anche per la Svizzera e non fare più distinzione tra evasione e frode fiscale. Per la popolazione residente in Svizzera dobbiamo mantenere il segreto bancario" ha dichiarato Tettamanti. A quel punto la giornalista le ha chiesto il motivo di questa sua posizione e se egli non avesse qualcosa da nascondere. Lui ha risposto di non avere niente da nascondere, ma la sua scelta nasce dal principio secondo cui il "segreto bancario appartiene alla nostra cultura. Una cultura che riconosce e protegge la sfera privata".

La giornalista della Finanz und Wirtschaft insiste: "Se non ha niente da nascondere, non è del tutto comprensibile il motivo per cui lei vuole mantenere il segreto bancario". La risposta di Tettamanti: "Esiste il diritto alla propria sfera privata, alla discrezione. Non ha nulla a che fare con il nascondere qualcosa".

Tettamanti e la BNS

Per quanto riguarda la politica della Banca Nazionale, Tettamanti afferma di essere per il franco forte. "Lo scorso anno la nostra economia d'esportazione - è cresciuta del 3% nonostante il franco forte. Un franco forte permette di importare a meno prezzo. Noi abbiamo delle nicchie che ci permettono di pretendere prezzi alti". Il luganese fa l'esempio della Swatch e della Richemont: "Dobbiamo sostenere la nostra industria d'esportazione, ma dobbiamo stare accorti. Prima o dopo dovremo lasciare libero il cambio del franco, se non vogliamo avere un'enorme inflazione. Se dovesse cadere l'euro, potremmo adeguare il franco svizzero al marco tedesco".

Tettamanti e gli investimenti

Infine Tettamanti dispensa anche qualche consiglio sugli investimenti da evitare, in questo periodo di burrasca economico-finanziaria: "Non investirei nell'immobiliare in Spagna, perché è ancora troppo caro. I prezzi dovrebbero scendere ancora del 25%. Anche sull'euro non consiglierei di investire. Probabilmente l'euro non sparirà, ma non è certo che ciò non avvenga. E non investirei in obbligazioni di stato. Anche perché tutti gli stati hanno dimostrato che prima o poi vanno in fallimento. La politica dei tassi d'interesse bassi danneggia i pensionati. Colpevoli sono gli stati e le banche centrali. Se io avessi vent'anni e grande coraggio me ne andrei ad investire in Africa". 

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