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GERMANIAUn sì sofferto alla coalizione, l’Ue tira un sospiro di sollievo

21.01.18 - 21:21
La codirezione Schulz-Merkel promette infatti di essere “europea e solidale”. Esulta anche Gentiloni: «Un passo in avanti»
Keystone
Un sì sofferto alla coalizione, l’Ue tira un sospiro di sollievo
La codirezione Schulz-Merkel promette infatti di essere “europea e solidale”. Esulta anche Gentiloni: «Un passo in avanti»

BONN - A Bonn oggi ha vinto il sì. I socialdemocratici dell'Spd hanno votato a favore della terza Grosse Koalition con la cancelliera Angela Merkel, aprendo la strada alle consultazioni, ma si sono spaccati drammaticamente dopo cinque ore di intenso dibattito interno, consumato in mondovisione.

L'Europa ha potuto comunque tirare finalmente un sospiro di sollievo: la Germania codiretta dal leader dell'Spd Martin Schulz promette infatti di essere "europea e solidale". Il partner atteso dal presidente francese Emmanuel Macron. E i vicini ci contano. «Un'ottima notizia per un'Europa più unita, forte e democratica!», ha twittato Martin Selmayr, capo di gabinetto del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Mentre il premier italiano Paolo Gentiloni esulta per quello che ha definito «un passo avanti per il futuro dell'Europa».

Quella a restare più cauta di tutti è stata proprio la Merkel. Si è compiaciuta della decisione dei futuri possibili alleati, ma ha ricordato di volere «un governo stabile», chiedendo «un clima ragionevole» per le consultazioni che inizieranno a breve. «C'è molto lavoro da fare», ha detto fra l'altro. Non va sottovalutato neppure il prossimo test: se le trattative sono come sempre un'incognita, alla fine il verdetto spetterà di nuovo all'Spd, che consulterà stavolta tutta la base del partito, 440'000 iscritti, e non solo i delegati come oggi.

A Bonn si è comunque scritta una pagina certamente significativa di un partito convinto di avere un metodo democratico formidabile, di cui essere «orgoglioso». Ma la leadership di Schulz, che oggi era chiaramente a rischio, ha mostrato tutta la sua debolezza. E rischia di continuare a scricchiolare nella corsa a ostacoli organizzata per accertarsi che il prossimo governo abbia l'approvazione della maggioranza del partito.

Parlano i numeri: pur avendo schierato i vertici e i volti più credibili a disposizione per convincere i 642 delegati a votare a favore del prossimo governo, gli oppositori, trascinati dai giovanissimi, hanno portato a casa un risultato più che dignitoso. La mozione del congresso straordinario è passata con 362 sì contro 279 no. La linea Schulz si è imposta col 56,4% dei consensi.

Un risultato fragile, che ha perfino rinvigorito le convinzioni "anti-Groko" del leader dei giovani socialisti di Juso, Kevin Kuehnert, che ha annunciato di voler «riesaminare la situazione dopo le consultazioni»: «Il segnale di Bonn è incoraggiante, è chiaro che i nostri argomenti sono fondati», ha commentato il ventottenne che ha dichiarato guerra alla Merkel. Per gli anziani del partito, rischia invece di trascinare tutti nel baratro.

«Non credo che la strada delle nuove elezioni sia la migliore per noi», ha spiegato infatti Schulz, chiarendo che la scelta di oggi era fra l'alleanza con Merkel e le urne. «Non è colpa nostra se siamo in questa situazione. Non siamo usciti noi a mani vuote dalle trattative Giamaica», è stato l'argomento del leader che ha difeso anche le sue piroette.

Dopo il voto del 24 settembre, quando il partito è crollato al 20,5%, l'ex presidente del parlamento Ue aveva indicato la strada irrevocabile dell'opposizione, promettendo un rinnovamento vero. Ma poi «la situazione è cambiata», ha ricordato: il richiamo del presidente della Repubblica, le aspettative dell'Europa -«ieri ho sentito Macron» - dove Berlino deve agire in modo più "solidale", combattendo il neoliberalismo e le destre. «La strada più coraggiosa è quella del governo, che non esclude il rinnovamento».

Più di lui, si è scaldata l'ex ministra del lavoro e degli affari sociali per la Spd nell'ultima grande coalizione Andrea Nahles, in un intervento urlato dalla prima all'ultima parola: «Io non voglio le nuove elezioni. Non ne ho paura, ma temo le domande dei cittadini». «Quando ci presenteremo con lo stesso programma e ci chiederanno perché non lo abbiamo realizzato, risponderemo che non potevamo farlo al 100%?». Sul fronte opposto, tanti giovani, indignati e sicuri che questa è invece l'occasione per togliere lo scettro a Merkel. E «ritornare giganti in futuro», come ha profetizzato Kevin, il loro leader, che non si arrende.

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COMMENTI
 

KilBill65 6 anni fa su tio
Sono contento per la Germania loro sono un popolo unito hanno una certa coesione, speriamo in buon futuro.

Wunder-Baum 6 anni fa su tio
In ogni caso la Germania ha avuto ed ha sempre la prima parola in Europa o forse mi sbaglio ?
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