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FRANCIA"L'aeroporto delle divisioni" non si farà

17.01.18 - 20:32
Il presidente Macron ha seppellito il progetto che da oltre mezzo secolo era fonte di polemiche e discussioni
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"L'aeroporto delle divisioni" non si farà
Il presidente Macron ha seppellito il progetto che da oltre mezzo secolo era fonte di polemiche e discussioni

PARIGI - Il presidente francese Emmanuel Macron mette fine ad un grattacapo su cui per quasi cinquant'anni si sono scontrati tutti i governi succedutisi in Francia. Dopo polemiche senza fine, veleni e lotta militante, l'esecutivo ha seppellito il contestato progetto di aeroporto internazionale a Notre-Dame-des-Landes, vicino Nantes. "L'aeroporto delle divisioni": l'ha bollato il premier Edouard Philippe confermando a metà giornata lo stop del progetto. «Questa decisione - ha aggiunto - è senza ambiguità. Le terre ritroveranno la loro vocazione agricola».

Il progetto di aeroporto - ribattezzato ironicamente 'Ayraultport', dal cognome dell'ex premier socialista, Jean-Marc Ayrault, che fu tra i più accaniti sostenitori e che oggi denuncia una «negazione della democrazia» - veniva contestato, in particolare, dai cosiddetti 'zadisti', una specie di movimento 'No-Tav' che si è battuto con le unghie e coi denti occupando il boschetto in cui sarebbe dovuto sorgere il nuovo scalo.

In mattinata, la zona, che negli anni è diventata una vasta baraccopoli in cui vivevano circa 200 occupanti, con tanto di 'torre di controllo' per tenere alla larga le ruspe, è stata blindata da gendarmi e Police Nationale.

Chiarissimo il messaggio del premier: «Gli occupanti illegali di queste terre - ha avvertito - dovranno andare via» entro la primavera o «verranno espulsi». Se intende riaprire, come invocato dall'esecutivo, gli accessi alla strada provinciale D281 bloccata da anni, il movimento anti-aeroporto ha però risposto picche sull'espulsione di «chi è venuto ad abitare in questi ultimi anni nel boschetto per difenderlo e intende continuare a viverci».

Polemiche nell'opposizione. Tra gli altri, il capogruppo dei Republicains (Lr) al Senato, Bruno Retailleau, denuncia una «capitolazione dinanzi alla violenza» degli occupanti, ricordando il referendum locale con cui, il 26 giugno 2016, la maggioranza degli abitanti si espresse a favore dell'aeroporto nonché «l'avallo di 179 decisioni di giustizia». E però, dinanzi al perdurare dello scontro, l'esecutivo ha poi scelto di affidare uno studio ad una commissione d'esperti su cui si è basata la scelta odierna.

Tra i motivi della bocciatura, il costo fino a 730 milioni di euro del nuovo scalo mentre le spese di ammodernamento di quello già esistente nella vicina Nantes non superano i 460 milioni. Ma pesano anche motivi ambientali, visto che la struttura avrebbe distrutto 1.100 ettari di aree naturali protette. «Con questa decisione - esulta il direttore del Wwf-France, Pascal Canfin - Macron dà prova di coerenza: voler incarnare una leadership mondiale sul clima e realizzare questo nuovo aeroporto sarebbe stato incomprensibile».

Da parte sua, Julien Durand, portavoce dell'Acipa, uno dei movimenti in lotta contro il mega-cantiere, ha espresso «un'immensa gioia per tutti coloro che hanno combattuto». Anche se ora, in molti di loro, rifiutano di sgomberare, con il rischio che la telenovela continui. Il termine 'zadisti' deriva dall'acronimo Zad ('Zone à défendre', zona da difendere), che designa una forma di occupazione a vocazione politica. Macron ha espresso la volontà di eliminarle tutte.

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