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Il presidente «continua a negare le prove che la Russia ha condotto un attacco ad un pilastro della democrazia americana», afferma il Washington Post in una indagine esclusiva
WASHINGTON - «A quasi un anno dalla sua presidenza, Donald Trump continua a negare le prove che la Russia ha condotto un attacco ad un pilastro della democrazia americana e ha sostenuto la sua corsa alla Casa Bianca»: lo scrive il Washington Post in una indagine esclusiva fondata su interviste ad oltre 50 attuali ed ex dirigenti americani.
«Il risultato è senza paragoni evidenti nella storia Usa, una situazione nella quale le insicurezze del presidente - e il suo rifiuto di accettare ciò che anche molti della sua amministrazione vedono come una realtà oggettiva - hanno pregiudicato la risposta del governo alla minaccia alla sicurezza nazionale. Le ripercussioni si diffondono nel governo», sottolinea il quotidiano, riferendo che Trump finora non ha mai convocato un incontro a livello di governo sulle interferenze russe o sul da farsi.
Il giornale ricostruisce le reazioni dell'amministrazione Trump alle ingerenze elettorali di Mosca e le sue politiche verso la Russia anche con una serie di aneddoti inediti: dalla gestione dei briefing di intelligence per non irritarlo ai contrasti con alcuni suoi stretti collaboratori, dai retroscena sulla restituzione degli edifici diplomatici sequestrati ai russi dall'amministrazione Obama alle sue riserve sulle armi a Kiev e alla sua riluttanza a firmare le sanzioni russe decise dal Congresso.
Non mancano alcuni episodi di vanità, come quando andò al bagno per darsi un'occhiata allo specchio prima di incontrare la Merkel, costringendo il suo consigliere per la sicurezza nazionale McMaster ad alzare il tono di voce e a continuare a dargli informazioni sull'imminente incontro con la cancelliera tedesca.
