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REGNO UNITOLa ministra dello sviluppo internazionale si è dimessa

08.11.17 - 20:44
Priti Patel lascia l'incarico a causa dei numerosi colloqui non autorizzati avuti con autorità e politici israeliani, fra cui il primo ministro Benjamin Netanyahu
Keystone
La ministra dello sviluppo internazionale si è dimessa
Priti Patel lascia l'incarico a causa dei numerosi colloqui non autorizzati avuti con autorità e politici israeliani, fra cui il primo ministro Benjamin Netanyahu

LONDRA - È sempre più indebolito il governo di Theresa May che nel giro di una settimana ha perso due ministri. Dopo l'uscita del responsabile della Difesa Michael Fallon, finito nello scandalo molestie, oggi è stata la volta della titolare allo Sviluppo internazionale.

L'euroscettica Priti Patel è stata costretta a lasciare il suo incarico per aver condotto ben 14 colloqui non autorizzati con funzionari e politici israeliani, fra cui il primo ministro Benjamin Netanyahu. La 45enne esponente Tory è stata richiamata d'urgenza a Downing Street mentre si trovava in una visita ufficiale in Uganda. E la premier conservatrice le ha concesso almeno la possibilità di uscire di scena con tanto di lettera di dimissioni, sebbene in realtà si sia trattato di un vero e proprio 'siluramento'.

Non sono quindi bastate le scuse fatte da Patel a inizio settimana in un precedente incontro con la May. Nuovi dettagli infatti sono emersi sugli incontri tenuti con le autorità israeliane, nel corso dei quali l'ex ministra avrebbe addirittura offerto il sostegno economico di Londra per un'operazione umanitaria condotta dall'esercito dello Stato ebraico per aiutare i profughi siriani sulle alture del Golan: il tutto all'insaputa del suo governo. Non solo. Patel sarebbe pure andata in visita in un ospedale militare israeliano sull'altopiano al centro di un lungo contenzioso territoriale fra Israele e Siria. Resta il dubbio, avanzato da alcuni media del Regno, che la premier May fosse a conoscenza di alcuni di questi incontri ma Downing Street lo ha seccamente smentito.

In questo caso il primo ministro ha dovuto essere il più possibile risoluta e non ha potuto lasciar correre, come fatto invece in diverse occasioni dopo le gaffe e le insubordinazioni del ministro degli Esteri, Boris Johnson. Patel, che è stata una delle figure più in vista nella campagna Leave in favore della Brexit, non è quindi sopravvissuta politicamente al tentativo piuttosto maldestro di portare avanti una 'diplomazia fai da te'.

L'ex ministra, eletta deputata fra le file dei Tories nel 2010, veniva considerata come una possibile contendente alla leadership del partito ma ora la sua carriera sembra irrimediabilmente compromessa. Discendente di una famiglia indiana che aveva vissuto a lungo in Uganda, è nota per il suo sostegno a Israele e in passato ha occupato anche il ruolo di vice presidente dei Conservative Friends of Israel, associazione che riunisce i Tories vicini allo Stato ebraico.

La sua uscita di scena arriva dopo quella del ministro della Difesa, Michael Fallon, che pochi giorni fa ha lasciato il suo incarico per il coinvolgimento nello scandalo molestie di Westminster. Mentre Johnson è stato duramente criticato con tanto di richieste di dimissioni in seguito alla sua uscita incauta che ha rischiato di complicare la già difficile situazione di Nazanin Zaghari-Ratcliffe, madre di famiglia britannico-iraniana imprigionata in Iran in base a un controverso processo per presunta cospirazione. Diventa quindi sempre più difficile per la May tenere unita una squadra di governo già divisa sui temi più importanti, come la Brexit, e in balia di ministri sempre meno affidabili.
 
 

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COMMENTI
 

Danny50 6 anni fa su tio
E’ così ad avere esotici in governo.
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