Cerca e trova immobili

ITALIAAutonomia regionale, da giovedì si tratta

07.11.17 - 21:27
Al via le discussioni tra Roma e le regioni Lombardia ed Emilia Romagna. Il Veneto potrebbe aggiungersi in un secondo momento, al termine del proprio iter legislativo
keystone
Autonomia regionale, da giovedì si tratta
Al via le discussioni tra Roma e le regioni Lombardia ed Emilia Romagna. Il Veneto potrebbe aggiungersi in un secondo momento, al termine del proprio iter legislativo

ROMA - Appuntamento a Roma giovedì alle 16.30. In quel momento inizierà formalmente la trattativa fra il Governo italiano e le Regioni Lombardia ed Emilia Romagna per trasferire maggiori forme di autonomia, sulla base dell'articolo 116 della Costituzione. Il Veneto potrebbe aggiungersi in seguito, quando avrà concluso il suo iter legislativo.

È stato il governatore lombardo, Roberto Maroni, a riferirlo proprio nel giorno in cui il Consiglio regionale gli ha affidato il mandato per negoziare, poco più di due settimane dopo il referendum.

La risoluzione è stata approvata in serata dall'assemblea del Pirellone, con una larghissima maggioranza, dopo un meticoloso confronto fra tutte le forze politiche, anche di opposizione. Sono stati 67 i voti a favore: i gruppi di centrodestra (Lega, FI, Ap, Lista Maroni, Fdi, Pensionati), di centrosinistra (Pd, Patto Civico) e M5S. Quattro i voti contrari, fra cui i due di Mdp e il consigliere dem Corrado Tomasi. Astenuta la consigliera di Campo Progressista.

La Lombardia chiede di trattare col Governo su tutte e 23 le materie disponibili, con le relative risorse, ma in un ordine di priorità: ritenuti fondamentali, il coordinamento della finanza pubblica, con l'obiettivo della piena autonomia finanziaria, e la previdenza complementare; l'aumento dei poteri in materia di scuola, lavoro e sanità; la possibilità di gestire in proprio politiche ambientali, grandi reti infrastrutturali ma anche una quota del canone Rai da destinare all'emittenza locale.

Maroni ha ringraziato il Consiglio, garantendo che prima di firmare qualsiasi accordo tornerà a chiedere il suo voto. E ha confermato di voler portare con sé, nella trattativa, un'ampia delegazione rappresentativa di tutte le forze, in modo da poter lavorare su 6 tavoli tematici (uno, il governatore, lo vorrebbe di stanza a Milano) che potrebbero essere istituiti già giovedì.

«L'obiettivo, che so essere ambizioso, è di arrivare a un accordo entro fine gennaio», ha affermato il governatore, che guardando all'imminente scadenza della legislatura, sia in Regione sia a Roma, sa di dove aspettare la prossima legislatura perché il Parlamento discuta, poi, la necessaria legge di ratifica, a maggioranza assoluta. «Ma se l'accordo è firmato dal Governo con centrodestra e centrosinistra e anche i 5 Stelle sono d'accordo - ha detto - mi aspetto che il Parlamento non dica di no».

«Nella campagna referendaria le parole d'ordine erano state sicurezza, residuo fiscale, immigrazione, e nessuna di queste è nella risoluzione sull'autonomia», ha rivendicato il consigliere M5S, Dario Violi. Per il capogruppo del Pd, Enrico Brambilla, si preannuncia «un percorso lungo e articolato, che purtroppo parte solo ora, a legislature agli sgoccioli, per la scelta di Maroni di andare a tutti i costi a referendum». «Oggi - è comunque la chiosa del presidente dell'Aula, Raffaele Cattaneo (Ap) - giunge un messaggio di grande serietà da parte del Consiglio, che ha scelto la strada della responsabilità, decidendo di procedere tutti insieme rinunciando a strumentalizzazioni ideologiche».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE