Il "President" catalano si pronunciato da Bruxelles spiegando che tornerà in Spagna solo se avrà garanzia di un processo equo
BRUXELLES - «Abbiamo sempre voluto la strada del dialogo, ma in queste condizioni questa via non era percorribile». Lo ha detto oggi in una conferenza stampa a Bruxelles il presidente del governo catalano destituito da Madrid Carles Puigdemont.
«Venerdì pomeriggio - ha aggiunto - ero alla Generalitat dopo la dichiarazione di indipendenza del parlamento e con una serie di dati che indicavano che il governo spagnolo stava preparando un'offensiva senza precedenti e anche una denuncia del procuratore che prevedeva pene che potevano arrivare a molti anni di detenzione».
«Abbiamo voluto garantire che non ci saranno scontri nè violenza. Se lo stato spagnolo vuole portare avanti il suo progetto con la violenza sarà una decisione sua», ha detto ancora il leader catalano.
«La denuncia del procuratore spagnolo persegue idee e persone e non un reato», ha affermato Puigdemont. «Questa denuncia dimostra le intenzioni bellicose del governo di Madrid», ha aggiunto.
Con il "President" catalano Carles Puigdemont partecipano alla conferenza stampa di Bruxelles i cinque ministri che lo hanno accompagnato in Belgio. Due sono del suo partito il Pdecat, Meritxell Borras e Joaquim Forn, e tre di Erc, Antoni Comin, Dolors Bassa e Maritxell Serret.
«Ritorno in Spagna?» - «Se mi fosse garantito un processo giusto, allora tornerei subito in Catalogna per continuare a lavorare», ha inoltre dichiarato il leader catalano. «Non sono qui per chiedere asilo politico».
«Alla comunità internazionale, all'Europa chiedo che reagisca: l'Europa deve reagire», ha aggiunto, sostenendo che «il caso e la causa catalana mettono in questione i valori su cui si basa l'Europa», ha detto ancora il presidente del governo catalano destituito da Madrid.
«Siamo pronti ad andare in prigione per 30 anni se questo fosse il risultato di un processo giusto, equo», ha assicurato.
Indipendenza sospesa - Come ampiamente previsto, la Corte costituzionale di Madrid su richiesta del governo spagnolo ha dichiarato oggi sospesa in forma cautelare, prima di una sentenza definitiva, la dichiarazione di indipendenza approvata venerdì scorso dal parlamento catalano. La consulta di Madrid ha sempre accolto i ricorsi presentati dal governo spagnolo contro ogni provvedimento indipendentista della Catalogna.
Forcadell e deputati interrogati 2 e 3 novembre - Il giudice istruttore del tribunale supremo cui è stata assegnata la denuncia per presunta "ribellione" contro la presidente del parlamento catalano Carme Forcadell e cinque membri sovranisti dell'ufficio di presidenza li ha convocati per essere interrogati il 2 e il 3 novembre.
Una denuncia parallela è stata presentata pure per "ribellione" davanti alla Audiencia Nacional contro il "president" Carles Puigdemont e il suo "govern".
Avv. Puigdemont: «In Spagna non avrebbe un processo equo» - L'avvocato spagnolo di Puigdmeont Jaume Alonso Cuevillas ha detto che Madrid ricerca "una vendetta" nei confronti del leader catalano, che in Spagna "non avrebbe un giusto processo".
Le dichiarazioni del legale sono giunte dopo che si è appreso che il file inviato ai giornalisti e che contiene la denuncia presentata contro il presidente della Catalogna si chiama: "Più dura sarà la caduta".