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SPAGNAReferendum, legge approvata dal Parlament catalano

06.09.17 - 21:50
I voti a favore sono 72, con zero contrari e 11 astensioni. Puigdemont: «Siamo noi la democrazia»
Referendum, legge approvata dal Parlament catalano
I voti a favore sono 72, con zero contrari e 11 astensioni. Puigdemont: «Siamo noi la democrazia»

BARCELLONA - Fra Madrid e Barcellona è l'ora dello "scontro fra treni", da mesi lanciati a tutta velocità in senso opposto sullo stesso binario, quello della indipendenza catalana e del referendum di autodeterminazione del primo ottobre.

Con un blitz parlamentare i partiti secessionisti che hanno la maggioranza assoluta nell'assemblea di Barcellona hanno imposto una corsia urgente per l'approvazione della legge di convocazione del referendum, che il premier spagnolo Mariano Rajoy ha dichiarato «illegale» e promesso di impedire, con l'appoggio di Psoe e Ciudadanos. Dopo una lunga guerriglia procedurale dell'opposizione "unionista" la legge è stata approvata in serata in un clima elettrico, con 72 voti a favore, 0 contrari, 11 astensioni. I deputati 'unionisti' non hanno partecipato al voto.

A Madrid intanto Rajoy preparava l'immediato deferimento della normativa alla Corte costituzionale spagnola, pronta a bocciarla in poche ore. Fra i due governi è stata una giornata di accuse velenose. La vicepremier spagnola Soraya Saenz de Santamaria ha accusato il President Carles Puigdemont di dare «un calcio alla democrazia». «Siamo noi la democrazia, voi la minacciocrazia» ha replicato il President.

Subito dopo il voto Puigdemont ha riunito il 'Govern' per la firma del decreto di convocazione del referendum, controfirmato da tutti i ministri. Un modo per diluire le responsabilità penali e le denunce che pioveranno da Madrid. La procura ha annunciato oggi una nuova denuncia per 'disobbedienza' per avere permesso di votare la legge del referendum contro la presidente del 'Parlament' Carme Forcadell, già oggetto di due incriminazioni analoghe. Rischia la destituzione. Come la rischierà da domani Puigdemont, se non si piegherà alle ingiunzioni di Madrid.

Forcadell ha chiesto la ricusazione dei 12 giudici della Corte Costituzionale spagnola, perché non imparziali, e «estensione» del governo di Madrid. La Corte dei Conti spagnola ha avvertito l'ex President Artur Mas e altri dieci dirigenti catalani che dovranno rispondere con i loro patrimoni personali per i 5 milioni di euro spesi nel 2014 per un referendum consultivo. Un chiaro avvertimento in vista del primo ottobre a Puigdemont e agli altri leader indipendentisti.

Rajoy domani vede il leader del Psoe Pedro Sanchez, che si è schierato al suo fianco contro Puigdemont. Poi ha convocato una riunione straordinaria del governo per approvare il ricorso alla consulta. La quale ordinerà a Puigdemont di fermarsi. Il President ha però già chiarito che andrà avanti, in nome della democrazia e della legittimità catalana, a costo di diventare fuori legge per la Spagna. Il leader dei popolari catalani Xavier Albiol lo ha avvertito che dovrà «subirne le conseguenze». Lunedì c'è la Diada, la festa nazionale catalana. Una marea umana secessionista si rovescerà su Barcellona in difesa del «diritto di decidere». In un clima che si annuncia incandescente.

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