Per la prima volta nella storia un presidente ha ceduto la sedia alla figlia, che ha partecipato a una sessione del vertice
AMBURGO - Lo aveva detto di prima mattina: «Sono molto orgoglioso di Ivanka e del grande lavoro che svolge». Ma di qui a pensare che tale orgoglio paterno arrivasse al punto da ritenere del tutto normale una sostituzione al tavolo dei leader mondiali ce ne passa. E invece è accaduto. Per la prima volta nella storia.
Al G20 di Amburgo, quando il presidente Usa Donald Trump, ago della bilancia nei dossier più spinosi del vertice, si è dovuto allontanare per un bilaterale, al suo posto si è seduta lei, Ivanka, 35 anni, la figlia prediletta.
Tra lo stupore dei leader, attorno al paludatissimo tavolo del vertice, con grande naturalezza Ivanka ha partecipato ad una sessione del vertice, sostituendo in tutto e per tutto l'uomo più potente del mondo.
Difficile capire se si è trattato di un gesto studiato per essere simbolico - una sorta di investitura - o di una delle tante alzate di testa di Trump che anche al G20 ha voluto dimostrare di poter prendere decisioni improvvise, inaspettate e decisamente fuori dal protocollo. Fatto sta che una cosa del genere non era mi accaduta prima dell'era Trump.
In patria sono piovute critiche, dei media e non solo. «È una cosa che non ha senso - ha attaccato su tutti la deputata democratica Maxine Waters sulla Msnbc - solo per dare una vetrina alla figlia, Trump l'ha fatta sedere in un consesso di leader mondiali di cui non sa nulla».