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GERMANIADalla Corea del Nord al clima: i temi sul tavolo di Amburgo

06.07.17 - 21:57
Merkel si è detta fiduciosa sul fatto che i 20 leader possano giungere ad un compromesso sulla maggioranza dei dossier
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Dalla Corea del Nord al clima: i temi sul tavolo di Amburgo
Merkel si è detta fiduciosa sul fatto che i 20 leader possano giungere ad un compromesso sulla maggioranza dei dossier

AMBURGO - Dal clima alla Siria passando per il libero commercio sono tanti i nodi che il G20 di Amburgo dovrà sciogliere. O, almeno, tentare di sciogliere. La prima a definire "impegnativo" il lavoro dei 20 leader mondiali è stata la stessa padrona di casa, Angela Merkel, consapevole del fatto che su alcuni temi le posizioni sono davvero troppo distanti. Primo fra tutti il clima. Ma anche fiduciosa che si possa giungere ad un compromesso su (quasi) tutti i dossier.

Ecco i temi sul tavolo del G20 di Amburgo.

Clima - E' sicuramente il dossier più spinoso dopo l'annuncio del presidente Usa Donald Trump, che si è sfilato dall'accordo voluto da Obama, suscitando l'indignazione mondiale. Ma è anche un tema sul quale l'Europa ha ritrovato un'insperata unità, oltre ad un'asse con Cina e India che hanno ribadito la loro adesione. A quanto scrive la Dpa, è anche il dossier sul quale il compromesso probabilmente non sarà possibile. Si pensa infatti ad un documento finale che su questo tema prende atto dell'uscita degli Usa, ma prende anche le distanze dalla decisione di Trump.

Terrorismo - E' forse l'unico tema sul quale i leader mondiali puntano all'unità. E non a caso è il primo che verrà affrontato ad apertura di vertice, segnando una discontinuità rispetto al passato: per la prima volta infatti non sarà un tema economico ad aprire il summit. L'idea è quella di partire dalla dichiarazione di Taormina arrivando ad un piano comune. "E' uno dei temi che mi sta più a cuore", ha detto la cancelliera.

Commercio - E' un altro dossier spinosissimo che intreccia esigenze politiche, economiche e strategiche dei leader. Si parte da un G20 finanziario conclusosi a marzo per la prima volta senza il tradizionale rifiuto del protezionismo. Non accadeva dal 2005. E' andata meglio a Taormina, dove la "lotta al protezionismo" compare, anche se è caduta la frase "in tutte le sue forme". E' l' "America First" di Trump lo scoglio più duro da superare, con il timore di un effetto domino di altri paesi all'interno del G20. Nel mirino di Trump c'è proprio il surplus commerciale tedesco verso gli Usa (75mld) e quello cinese: gli Usa hanno 500mld di deficit commerciale, oltre 340 con Pechino. E poi la sovrapproduzione dell'acciaio cinese. Ma un neoprotezionismo rischierebbe di far perdere molti posti di lavoro agli stessi americani (750mila, per dirne una, quelli garantiti dalla Germania in Usa). In bilico tra il grido di battaglia che lo ha fatto vincere e la realtà, Trump vorrebbe aggirare il Wto e agire bilateralmente con i singoli paesi.

Corea del Nord - Altro tema che si intreccia con quello commerciale. Trump infatti ha minacciato una guerra commerciale con la Cina se non lo aiuterà a fermare le velleità di Kim e l'ambasciatrice americana in seno al Consiglio di sicurezza Onu ha assicurato che gli Usa sono pronti a tutto, "compresa l'opzione militare". La crescita dei commerci tra Pechino e Pyongyang del 40%, sottolineata sarcasticamente in un tweet da Trump, complica indubbiamente le cose.

Immigrazione - E' uno dei temi più cari all'Italia anche dopo il 'no' di Tallin al trasferimento dei migranti in altri porti Ue. In sede G20 naturalmente non si parlerà di questo, ma gli aiuti all'Africa, fondamentali per fermare l'esodo verso l'Europa, saranno al centro della sezione di apertura di sabato, durate la quale, secondo quanto si apprende, prenderà la parola il premier Paolo Gentiloni.

Siria - Sarà, insieme al Russiagate, il tema centrale dell'incontro (scontro) tra Trump e Putin, che sostiene apertamente Assad. O meglio, come ha detto Trump - che anche oggi da Varsavia è tornato ad attaccare Mosca -, sostiene "una persona diabolica". E' anche uno dei temi che hanno riavvicinato Trump e Macron dopo lo strappo sul clima. I due leader si sono detti pronti ad un intervento in caso di nuovi attacchi chimici. Anche qui, difficile trovare unità sugli interventi necessari.

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