BARCELLONA - Tutti i membri del governo catalano si sono impegnati oggi, in un atto solenne cui ha partecipato il presidente Carles Puigdemont, a «organizzare, convocare e celebrare» un referendum sulla autodeterminazione, nonostante la dura opposizione dello stato spagnolo.
In un documento comune, controfirmato da 100 esponenti della vita politica e culturale catalana, i membri del governo di Barcellona hanno definito la tenuta di un referendum sulla indipendenza come «un diritto inalienabile» la cui «legittimità» è fondata sulla «volontà maggioritaria dei cittadini catalani».
Puigdemont ha promesso di convocare entro fine settembre un referendum sulla indipendenza, che il premier spagnolo Mariano Rajoy ha definito «illegale e incostituzionale», minacciando di impedirlo se necessario con la forza.
«Tutti e ognuno i membri di questo governo ci dichiariamo responsabili» del referendum, «di realizzarlo e applicarne i risultati» affermano nel documento i ministri catalani. Il governo di Barcellona è formato da esponenti del Partito democratico catalano di Puigdemont e della Sinistra repubblicana catalana (Erc) del vicepresidente Oriol Junqueras, con l'appoggio esterno degli indipendentisti antisistema della Cup. I tre partiti hanno la maggioranza assoluta nel parlamento di Barcellona.