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STATI UNITI Trump, un ex Navy Seal per sostituire Flynn

15.02.17 - 07:08
La Casa Bianca conferma che Robert Harward è all'esame
Trump, un ex Navy Seal per sostituire Flynn
La Casa Bianca conferma che Robert Harward è all'esame

WASHINGTON - Robert Harward è la prima scelta del presidente americano Donald Trump per sostituire Mike Flynn a consigliere per la Sicurezza nazionale. La Casa Bianca conferma che Harward è all'esame. Ex Navy Seals, Harward ha 60 anni ed è molto vicino a Jim Mattis, il segretario alla Difesa: i due hanno lavorato insieme in Afghanistan dopo gli attacchi dell'11 settembre e successivamente al Central Command fra il 2011 e il 2013, inclusa una missione per la gestione dei detenuti a Kabul.

Nella sua carriera Harward è stato anche membro del Consiglio nazionale per la sicurezza del presidente George W. Bush, con la responsabilità per l'antiterrorismo. Al momento Harward è uno dei top manager di Lockheed Martin, con la supervisione delle attività con gli Emirati Arabi Uniti.

Non è ancora chiaro se Harward sia disposto a lasciare il suo incarico e Abu Dhabi, dove abita, per entrare alla Casa Bianca. Secondo indiscrezioni riportate dalla stampa americana, Harward difficilmente sarebbe disposto ad accettare l'incarico senza forti rassicurazioni da parte di Trump e del suo staff sulla sua autonomia a offrire consigli di sani principi.

Nato negli Stati Uniti ma cresciuto nella Teheran pre rivoluzionaria, Harward era rinomato in Afghanistan per rivolgersi alle sue controparti in farsi, lingua molto simile al loro nativo dari. Addestrato come ufficiale per le Operazioni speciali, Harward è anche conosciuto per la sua ossessione per l'attività fisica e l'essere in forma: come responsabile delle operazioni per i detenuti in Afghanistan, era salito alle cronache per le sue passeggiate settimanali sulle montagne, durante le quali umiliava i colleghi 20 anni più giovani.

Contatti con la Russia - Lo staff di Donald Trump ha avuto ripetuti contatti telefonici con l'intelligence russa nell'anno prima delle elezioni americane. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali la dimostrazione dei contatti sta nei dati telefonici e nelle telefonate intercettate.

Le agenzie di intelligence americane hanno intercettato le chiamate nello stesso periodo in cui hanno scoperto prove sul fatto che la Russia stava cercando di influenzare l'esito del voto con attacchi hacker al Democratic National Committee. Le telefonate intercettate non erano limitate alla campagna di Trump ma anche stretti collaboratori. I contatti con la Russia non erano limitati all'intelligence, ma hanno riguardato anche esponenti del governo.

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