L'unico "peccato" dell'ex consigliere di Trump sarebbe stato cercare contatti diplomatici, commentano esponenti del parlamento di Mosca
MOSCA - I parlamentari russi non sembrano aver accolto di buon grado le dimissioni da consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, il generale in pensione Michael Flynn, travolto dalle critiche per le conversazioni con l'ambasciatore russo negli Usa tenute prima dell'insediamento dell'amministrazione Trump e in cui avrebbe parlato delle sanzioni a Mosca.
Piuttosto secca la reazione del presidente della Commissione Esteri del Senato russo, Konstantin Kosaciov: «Anche essere pronti a dialogare con i russi - ha scritto su Facebook - viene percepito dai falchi a Washington come uno psicocrimine (vedi l'immortale George Orwell). Licenziare il consigliere per la sicurezza nazionale per aver contattato l'ambasciatore russo (una normale prassi diplomatica), non è neanche la paranoia, è qualcosa di incommensurabilmente peggiore».
Simile la risposta del presidente della Commissione Esteri della Duma, Alexiei Pushkov: «Non era Flynn quello preso di mira, ma le relazioni con la Russia», ha dichiarato.
Deputato russo: «Segnale negativo» - Le dimissioni di Michael Flynn da consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca rappresentano «una specie di segnale negativo per la normalizzazione del dialogo russo-americano»: lo ha dichiarato Leonid Slutski, capo della Commissione Affari esteri della Duma, la camera bassa del parlamento russo.
«La situazione stessa attorno alle dimissioni - ha aggiunto Slutski - è di natura provocatoria». Flynn è stato travolto dalle critiche per le conversazioni con l'ambasciatore russo negli Usa tenute prima dell'insediamento dell'amministrazione Trump e in cui avrebbe parlato delle sanzioni a Mosca.
«È un affare interno americano» - Il Cremlino non commenta le dimissioni di Michael Flynn da consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca. «Non vorremmo commentare in alcun modo, è un affare interno americano, dell'amministrazione del presidente Trump, non è un affare nostro», ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov.