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STATI UNITI"Emailgate", l'ex ministro Holder punge il direttore dell'FBI

31.10.16 - 07:30
Sotto accusa le speculazioni causate dalle rivelazioni di James Comey. Il 63% dell'elettorato ha però dichiarato che le "nuove e-mail" non cambieranno la loro decisione sul voto
"Emailgate", l'ex ministro Holder punge il direttore dell'FBI
Sotto accusa le speculazioni causate dalle rivelazioni di James Comey. Il 63% dell'elettorato ha però dichiarato che le "nuove e-mail" non cambieranno la loro decisione sul voto

WASHINGTON - L'ex ministro americano della Giustizia Eric Holder è tra i firmatari di una lettera sottoscritta da decine di altri ex procuratori federali, estremamente critica nei confronti del direttore dell'FBI James Comey.

Comey di recente ha deciso di informare il Congresso dell'emergere di nuove mail considerate «pertinenti» all'inchiesta sull'utilizzo di mail e server privati da parte di Hillary Clinton quando era segretario di Stato.

Nella lettera si sottolinea che con la sua comunicazione al Congresso Comey ha violato la prassi del Dipartimento di Giustizia pensata per evitare che l'azione dei procuratori possa avere effetti sul processo elettorale.

Gli ex procuratori affermano quindi che le rivelazioni dal direttore dell'Fbi hanno «portato a considerevoli e disinformate speculazioni pubbliche» circa la rilevanza delle mail e che «l'opinione pubblica americana merita maggiori informazioni».

650mila mail da "spulciare" - Nel frattempo, mancano soltanto una manciata di giorni all'election day negli Usa e la gara è di nuovo e più che mai aperta, con Donald Trump che recupera e corre in un serrato testa a testa con Hillary Clinton fino a anche a superarla in Florida.

E proprio dal 'sunshine State' Hillary ha ribadito ieri a gran voce che no, non è il momento di distrarsi, che l'importante è rialzarsi, ogni volta. Ma i responsabili della sua campagna sono furibondi e insistono: il direttore dell'Fbi James Comey deve spiegare quella decisione «senza precedenti» con cui di fatto ha annunciato la riapertura dell'inchiesta sulle mail a soli 11 giorni dal voto, consegnando una nuova speranza a Trump.

Mentre emerge che sono 650mila la mail da spulciare, un'impresa, per la quale l'Fbi ha ricevuto il via libera, che durerà settimane se non di più, ben oltre la chiusura delle urne l'8 novembre.

Eppure stando ai primi sondaggi condotti dopo la "sorpresa di ottobre" piombata sulla corsa di Hillary Clinton, il 63% dell'elettorato ritiene che le nuove indagini dell'Fbi circa le mail della ex segretario di Stato non cambieranno la loro decisione sul voto.

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