Il presidente ha ricordato al paese il rischio corso nell'anno in cui fu dominato dai Fratelli musulmani
IL CAIRO - Alla vigilia del quinto anniversario della rivoluzione egiziana che in 18 giorni portò alla caduta del rais Hosni Mubarak, il presidente Abdel Fattah Al Sisi e un alto funzionario hanno ricordato al Paese il rischio corso dall'Egitto nell'anno in cui fu dominato dai Fratelli musulmani: quello di un'islamizzazione forzata fra l'altro con un ravvicinamento all'Iran venduto in cambio di miliardi di dollari e petrolio.
In una conferenza stampa del funzionario e in un discorso televisivo del presidente, gli egiziani sono stati sconsigliati dal rispondere agli appelli a manifestare lanciati dalla Confraternita musulmana assurta al potere nel 2012/13 attraverso controverse elezioni e ora messa al bando come terrorista dopo la rivolta popolar-militare guidata proprio dall'allora generale Sisi. Blindati a piazza Tahrir e in molti punti del Paese stanno rendendo ancor più convincente la diffida.
Il presidente del Comitato che gestisce i beni della Confraternita, Ezzat Khamis, ha presentato un documento che dimostrerebbe come i Fratelli musulmani progettarono un ravvicinamento dell'Egitto sunnita all'Iran sciita in cambio di un deposito da 10 miliardi di dollari presso la Banca centrale egiziana e la fornitura al Cairo di prodotti petroliferi iraniani. Confermando quanto già sostanzialmente noto, Khamis ha illustrato anche altri documenti secondo i quali i dirigenti del movimento progettavano di "islamizzare" lo Stato dando ordini all'allora presidente Mohamed Morsi e al suo gabinetto e 'infiltrando' le istituzioni. C'era l'obiettivo in pratica di "dissolvere la Suprema corte costituzionale", ha sostenuto, riferendosi a questo potenziale baluardo contro la sharia, la legge islamica.
Un'infiltrazione capillare che è penetrata anche nella società: fornendo il bilancio dei beni sequestrati in due anni e mezzo perché in qualche modo legati alla Confraternita, il capo del comitato ha elencato 105 scuole, 43 ospedali, 29 associazioni mediche e 1.125 di altro tipo. Gli ultimi due anni "dimostrano che il nostro Paese è stato trasformato da una patria che appartiene a un gruppo a una patria che appartiene a tutti", ha detto Sisi in tv facendo un indiretto ma chiaro riferimento a questa concezione delle istituzioni che viene attribuita alla Fratellanza.
Il presidente ha difeso quello che i media a lui chiaramente ostili come la tv qatariota Al Jazeera chiamano "colpo di Stato": "il popolo che si è ribellato per la propria libertà e dignità ha rettificato il corso degli eventi ed è scoppiata la rivoluzione del 30 giugno" 2013, ha ricordato. E alle critiche sul rispetto di diritti umani e reale democraticità delle istituzioni che vengono da Ong e commentatori, il presidente ha risposto che "le esperienze democratiche non maturano dal giorno alla notte". Ora comunque, ha sottolineato, il Paese ha completato la terza e ultima tappa della sua 'roadmap' verso la democrazia dotandosi di un Parlamento.
In giornata il ministero dell'Interno ha annunciato che non vi sono state richieste a manifestare in occasione del 25 gennaio e quindi qualsiasi corteo o assembramento che non siano le celebrazioni per la festa della polizia saranno disperse.