Mamluk, inserito nella lista delle personalità colpite dalle sanzioni europee, era stato fino al 2005 capo della Sicurezza dello Stato, una delle quattro agenzie di controllo e repressione del regime. In precedenza aveva gestito alcuni delicati dossier, come quello dell'arruolamento in Siria di gruppi jihadisti locali e regionali da inviare in Iraq per contrastare le truppe anglo-americane e quello del riavvicinamento politico con l'Arabia Saudita.
Nell'ottobre 2010, pochi mesi prima lo scoppio delle prime manifestazioni anti-regime in Siria, Mamluk era stato sostituito dal generale Zuhayr Hamad, considerato più vicino all'Iran, principale alleato regionale di Damasco e rivale dell'Arabia Saudita. Durante la repressione della rivolta scoppiata nel 2011, Mamluk era però stato richiamato e nominato consigliere presidenziale per la sicurezza.