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Alla protesta hanno aderito i tre principali candidati alle presidenziali usciti sconfitti al primo turno, il filo islamico moderato Abdel Moneim Abul Fotouh, il nasseriano Hamdin Sabbahi e l'attivista Khaled Ali. Ognuno di loro guiderà un corteo che parterà da tre diverse moschee della città nel pomeriggio per confluire nella grande piazza della rivoluzione in serata.
Sempre nel pomeriggio è atteso il rientro al Cairo di Mohamed el Baradei, l'ex capo dell'agenzia atomica internazionale, che mesi fa ha lasciato la corsa presidenziale contestandone la mancanza di trasparenza e di regole, ma che potrebbe ritrovare un ruolo nella mobilitazione in corso fra le forze anti ancien regime.
I tre candidati sconfitti si sono presentati insieme ieri sera a piazza Tahrir insieme per dire che la rivoluzione andrà avanti e sostenendo che non ci deve essere il secondo turno delle presidenziali, previsto il 16 e 17 giugno, prima che non venga data applicazione alla legge che impedisce agli esponenti di primo piano del regime Mubarak di rientrare in politica. L'obiettivo è l'esclusione di Shafiq dalle presidenziali. La legge è davanti alla Corte costituzionale che però non ha fissato una data per stabilirne la validità.
Nel frattempo stamattina il Consiglio militare sta incontrando varie forze politiche per discutere di una aggiunta alla dichiarazione costituzionale, approvata con un referendum lo scorso marzo, per definire i poteri del novo presidente in assenza di una nuova costituzione.
