Secondo l'emittente, a confessare il progetto sarebbero state alcune persone ricercate a livello internazionale, dopo il loro arresto a Odessa. Dmitri Peskov, portavoce del premier russo, ha confermato l'informazione.
Secondo una prima ricostruzione fornita dai media russi, tutto è cominciato all'inizio di gennaio in Ucraina, quando a Odessa si verificò un'esplosione in una abitazione che uccise un ceceno e ustionò un suo connazionale, poi arrestato.
Quest'ultimo avrebbe confessato che stava preparando un attentato contro Putin insieme ad altri ceceni, facendo il nome del capo del gruppo. Il 4 febbraio i servizi segreti avrebbero arrestato tre ceceni, tra cui il presunto responsabile della banda, Adam Osmaev, 31 anni.
Anche lui avrebbe confessato, come viene fatto vedere dal primo canale, sostenendo di essere a arrivato ad Odessa dagli Emirati Arabi Uniti via Turchia con l'ordine del capo dei ribelli caucasici Doku Umarov di organizzare alcuni attentati contro impianti economici e contro Putin subito dopo le presidenziali del 4 marzo.
Per eliminare il capo del governo russo si prevedeva di far scoppiare un ordigno al passaggio del suo corteo. Nel notebook di Osmaev vi sarebbe materiale che conferma il piano, tra cui immagini del corteo di vetture che accompagna e scorta Putin nei suoi movimenti.
Usmaev era ricercato per la preparazione di un attentato da compiere a Mosca il 9 maggio 2007, in occasione della vittoria sovietica contro i nazisti.