Ma secondo i primi bilanci, ben nove pompieri sono rimasti feriti nella battaglia contro il fuoco. E i media russi si interrogano sulla inquietante serie negativa capitata ai vecchi sottomarini ex sovietici, in primis il 'Kursk', affondato nel 2000, con la morte di tutti e 118 i marinai a bordo.
Viene poi ricordato il disastro sfiorato proprio a Murmansk nei primi anni della nuova Russia di Boris Ieltsin, quando un taglio di corrente elettrica fatto dalle autorità civili per il mancato pagamento delle bollette coinvolse tutti i reattori dei sottomarini e costrinse un colonnello a puntare il mitra sui burocrati per riavere elettricità.
Il sottomarino nucleare 'Yekaterinburg', un vascello lungo circa 170 metri e pesante oltre 18.000 tonnellate, è uno di quegli ingombranti oggetti ereditati dal crollo dell'Urss: era stato costruito nel 1984. Il sottomarino si trovava in questi giorni in riparazione in una banchina del porto militare, quando il fuoco è divampato, raggiungendo in pochi minuti fiamme alte 10 metri.
Il presidente Dmitri Medvedev ha ordinato una inchiesta. E l'ennesima tragedia sfiorata ripropone seri dubbi sul futuro dei "ferrivecchi" di Murmansk. La cittadina militare dell'estremo nord russo nasconde peraltro molti altri segreti inquietanti: negli anni scorsi alcuni ecologisti avevano filmato dei siti dove erano tornati alla luce barre di scorie nucleari, imballate in fragili cartoni buttati in pozze poco profonde.