Dopo il referendum di gennaio che ha sancito la secessione e l'indipendenza del Sud Sudan (la decisione dovrebbe concretizzarsi il 9 luglio), la regione di Abyei era rimasta in una sorta di limbo: il referendum che avrebbe dovuto far decidere ai suoi abitanti l'appartenenza territoriale al Nord o al Sud era stato annullato e tutto era rimasto in sospeso nella speranza che il problema potesse essere risolto attraverso la via diplomatica.
Ieri però Khartoum ha deciso di passare all'offensiva "perché - ha spiegato Amir Hassan Omer - elementi dell'esercito del Sud (Spla) stavano cercando di rafforzare la loro presenza" nella regione. "E ciò non poteva essere accettato - ha aggiunto il ministro -. Ma siamo pronti a impegnarci e a trattare per risolvere il problema."
Il ministro dell'informazione della regione autonoma del Sud Sudan, Barnaba Marial Bejamin, ha definito l'occupazione "illegale" e ne ha chiesto l'immediata fine. Barnaba Marial Benjamin ha comunque riaffermato la volontà di rispettare l'accordo di pace che ha posto fine alla guerra civile nel 2005.
Intanto migliaia di civili stanno fuggendo dalla regione. I soldati del Sud si sono in gran parte ritirati, denunciando "bombardamenti indiscriminati da velivoli e dall'artiglieria pesante".