Da Gaza un portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha affermato che le milizie palestinesi non sono interessate ad una escalation. "Se Israele cesserà le aggressioni - ha affermato - in maniera naturale la calma tornerà ".
Da parte sua anche il ministro della difesa Ehud Barak ha assicurato che Israele non è interessato ad estendere il conflitto e che se Hamas cesserà le ostilità, lo Stato ebraico farà altrettanto. "Ma se gli attacchi palestinesi contro civili o militari israeliani dovessero proseguire - ha avvertito il premier Benyamin Netanyahu - Israele colpirà Hamas in maniera ancora più dura". Secondo Israele, la maggior parte dei palestinesi rimasti uccisi "sono miliziani di Hamas o di altre organizzazioni terroristiche".
Nel pomeriggio la situazione a Gaza sarà discussa da Netanyahu con i ministri a lui più vicini. A Gaza anche Hamas ha convocato per oggi il proprio esecutivo. Secondo radio Gerusalemme, Hamas ha fatto sapere ad Israele di essere disposto a mettere fine agli attacchi in profondità contro le città israeliane del Neghev, ma rivendica il diritto di continuare i lanci di mortai e di razzi a corta gittata e di proseguire le attività di guerriglia contro le pattuglie militari israeliane lungo le linee di demarcazione.
In mattinata miliziani palestinesi hanno sparato a due riprese colpi di mortaio contro villaggi israeliani nel Neghev Occidentale (provocando seri danni alla rete elettrica locale) e hanno sparato alcuni razzi in direzione della città di Ashkelon. Un missile Grad è stato intercettato con successo dal sistema di difesa denominato Cupola di ferro.