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ITALIARuby: "Mi invitò al bunga bunga e mi disse che potevo ottenere tutto"

24.03.11 - 09:56
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Ruby: "Mi invitò al bunga bunga e mi disse che potevo ottenere tutto"

MILANO - Una Ruby che ormai, a detta degli stessi pubblici ministeri, è trattata come un testimone di mafia. I pm cercano riscontri, e li trovano, al punto da chiedere e ottenere il processo con rito immediato per Silvio Berlusconi.

A parlare non sono soltanto le intercettazioni telefoniche, ma anche i file nel computer della 18enne. Come riporta Repubblica, nella cartella "3.9", sottocartella "Documenti", ecco uno scritto abbastanza esplicativo: "Ho conosciuto Emilio Fede nei vari concorsi di bellezza a cui ho partecipato (miss muretto, miss curva del sud, miss venere). Lo stesso Fede mi diede il suo contatto promettendomi lavoro a Milano. Il sig. Fede mi portò nell'agenzia di Lele Mora".

In un altro documento Ruby appunta: "Lo stesso Mora si dimostrò molto favorevole al mio inserimento nella sua agenzia facendomi poi lavorare al "Chiambretti night", ignaro del fatto che io fossi minorenne. Nei tre mesi successivi venivo chiamata da M. Z., segretario della lM production, per partecipare a diversi programmi tv, tra i quali: La pupa e il secchione, L'isola dei famosi, Il grande fratello".

Arrivano poi le serate del bunga bunga: "Dopo alcuni giorni mi chiamò Mora per dirmi che avrei dovuto andare ad una cena - prosegue la giovane marocchina -. Io pensavo che sarebbe stata una cena dove avrei dovuto fare "immagine". Invece la sera stessa mi vennero a prendere a casa due auto di cui una dei carabinieri ed una con autista per accompagnarmi a casa del presidente Silvio Berlusconi...mi accolse in maniera molto "calorosa" con molti complimenti. Alla serata parteciparono circa 30 ragazze. Cenammo con musica dal vivo e il presidente mi dedicò anche una canzone. A fine cena saremmo dovuti andare al bunga bunga. Io mi rifiutai dicendo che volevo andare a casa. Il presidente mi chiamò nel suo studio e mi disse che avrebbe potuto cambiare la mia vita. Risposi che avrei accettato se lo avesse fatto per umanità ma non per avere un tornaconto. Si mise a ridere e con tono sarcastico mi disse che non cercava tornaconto e che lui poteva avere tutto quello che voleva. lo gli risposi che io non ero tra "quel tutto". Si mise a ridere e mi diede una busta. Arrivata in auto vi trovai un collier d'oro con diamanti di Damiani insieme a 46 mila euro. Ritornai a casa del presidente altre 3 volte".

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