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ETIOPIAAttentato ai premier in Etiopia e in Zimbabwe, decine di feriti

23.06.18 - 20:01
Abiy Ahmed e Emmerson Mnangagwa sono rimasti illesi. Gli attacchi avrebbero potuto provocare una strage
Keystone
Attentato ai premier in Etiopia e in Zimbabwe, decine di feriti
Abiy Ahmed e Emmerson Mnangagwa sono rimasti illesi. Gli attacchi avrebbero potuto provocare una strage

ADDIS ABEBA - Doppio attentato, e doppio fallimento, in Etiopia e nello Zimbabwe: nel mirino il neo premier di Addis Abeba, Abiy Ahmed, e il successore di Robert Mugabe, Emmerson Mnangagwa. Entrambi sono usciti illesi da attacchi che avrebbero potuto provocare una strage.

Nella capitale etiopica un uomo ha tentato di lanciare una granata sul palco dove il premier aveva appena finito di parlare nel corso di un comizio, ma è stato trattenuto dalla folla. L'esplosione nella piazza Meskel ha provocato 83 feriti, sei dei quali sono in gravi condizioni. "L'obiettivo era il primo ministro", ha detto Seyoum Teshome, uno degli organizzatori della manifestazione, mentre Ahmed - che la tv ha mostrato mentre veniva portato via dalle guardie del corpo - ha commentato che si è trattato di un "attacco ben orchestrato".

La polizia ha aperto un'inchiesta e l'attentato non è stato rivendicato, anche se è potrebbe essere collegato al tentativo di riconciliazione che il premier riformista sta portando avanti nei confronti dell'Eritrea. E' di pochi giorni fa, infatti, l'annuncio di Ahmed di essere pronto a dare piena attuazione all'Accordo di Algeri (del 12 dicembre 2000) che poneva formalmente fine alla guerra del 1998-2000 tra i due Paesi del Corno d'Africa. Il 20 giugno il presidente eritreo, Isaias Afwerki, ha dato una prima risposta positiva, annunciando l'invio di una delegazione ad Addis Abeba.

Un'altra ipotesi è quella di una ritorsione interetnica. Il neo premier, in carica dal 2 aprile scorso, è di etnia Oromo, che è maggioritaria ma anche marginalizzata. Una ritorsione arrivata quindi dopo anni di proteste di piazza contro il suo predecessore, Hailè Mariam Desalegn, della potente ma minoritaria etnia tigrina, arrivato al potere nel 2012 dopo vent'anni di potere e l'improvvisa e misteriosa morte del presidente Meles Zenawi, tigrino anche lui.

Buio fitto anche sulle motivazioni dell'altro attentato di oggi. Nello stadio della città zimbabweana di Bulawayo una bomba è esplosa mentre era in corso una manifestazione elettorale alla presenza del presidente Emmerson Mnangagwa, che guida dal novembre scorso il Paese dell'Africa australe dopo la deposizione di Robert Mugabe. Mnangagwa è rimasto illeso e alcuni membri del suo staff, forse anche uno dei due vice presidenti, sono rimasti feriti. L'ordigno è esploso "a pochi centimetri da me, ma non è ancora il mio momento", ha commentato il presidente.

Il 30 luglio ci saranno in Zimbabwe le elezioni presidenziali, le prime senza Mugabe, che dal 1980 è stato ininterrottamente al potere con elezioni dal risultato sempre plebiscitario. Oggi sono arrivati nel Paese i primi osservatori dell'Unione europea in vista del voto. E il clima si preannuncia caldo.

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