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SIRIAIniziata l'indagine dell'Opac a Duma

21.04.18 - 22:36
A due settimane dal presunto attacco chimico, gli ispettori hanno potuto finalmente prendere dei campioni dalla città siriana. Mosca: «Ritardo inaccettabile». L'Onu: «Questioni di sicurezza»
Keystone
Iniziata l'indagine dell'Opac a Duma
A due settimane dal presunto attacco chimico, gli ispettori hanno potuto finalmente prendere dei campioni dalla città siriana. Mosca: «Ritardo inaccettabile». L'Onu: «Questioni di sicurezza»

DUMA - A due settimane dal presunto attacco chimico e dopo giorni di attesa a Damasco, gli ispettori internazionali hanno potuto oggi entrare finalmente a Duma, ma nemmeno questa missione potrà mettere fine alle polemiche sull'accaduto.

Gli inviati hanno infatti solo il compito di stabilire se i gas proibiti siano stati usati, ma non da chi. L'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) ha detto che i suoi esperti hanno visitato uno dei siti che si sospetta siano stati colpiti dall'attacco del 7 aprile, dove hanno raccolto campioni che verranno analizzati nei laboratori di Rijswijk, in Olanda. Sulla base dei risultati, gli ispettori valuteranno i prossimi passi da intraprendere, compresa «un'altra possibile visita a Duma».

Fonti mediche e degli attivisti a Duma hanno detto che una quarantina di civili sono morti in un bombardamento con armi chimiche da parte delle forze governative sulla principale città della Ghuta orientale, che in quel momento era ancora sotto il controllo degli insorti del Jaish al Islam. Immagini diffuse in rete dagli stessi attivisti hanno mostrato cadaveri stesi a terra in stanze affollate, alcuni con la bava alla bocca, e persone, tra cui diversi bambini, che respiravano a fatica.

Mentre il governo siriano e la Russia, sua principale alleata, hanno respinto le accuse contro Damasco, parlando di una messinscena o di un complotto ordito dagli stessi ribelli con l'aiuto di qualche Paese occidentale, Usa, Gran Bretagna e Francia si sono detti convinti della responsabilità del regime e il 14 aprile hanno lanciato un attacco missilistico contro siti siriani indicandoli come depositi di armi chimiche.

Anche sul ritardato arrivo degli ispettori dell'Opac è nata una polemica. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, dando per prima oggi la notizia, ha giudicato «inaccettabile» il ritardo, attribuendone dunque ad altri la responsabilità. Mentre gli Usa e la Gran Bretagna hanno accusato proprio Mosca e Damasco di avere intralciato la missione.

L'arrivo degli ispettori era stato rinviato dopo che, martedì, una squadra dell'Onu che doveva verificare le condizioni di sicurezza era stata presa di mira da colpi d'arma da fuoco nel territorio ormai sotto il controllo delle forze siriane e russe.

Dopo il presunto attacco anche gli ultimi miliziani insorti hanno lasciato Duma, accettando di essere evacuati con i loro familiari verso il nord della Siria, in aree controllate da ribelli di varia tendenza, tra cui quelli filo-turchi che controllano la città di Jarablus. In tutto sono 60'000 i ribelli e i civili trasferiti dall'intera Ghuta con questo tipo di operazioni, negoziate direttamente dai russi con gli insorti. In precedenza simili evacuazioni erano avvenute in molte altre regioni del Paese assediate dalle forze governative, tra cui Aleppo sul finire del 2016. Si stima che in totale siano 750'000 le persone spostate mediante queste operazioni.

Le Nazioni Unite non hanno avuto alcun ruolo nelle evacuazioni, che anzi hanno condannato, ritenendole un modo per «ripulire» intere province da popolazioni ostili al regime. La televisione siriana ha detto che oggi una nuova evacuazione è cominciata per 3200 ribelli e i loro congiunti da tre località della provincia di Damasco nell'area del Qalamun orientale, non lontano dalla Ghuta. Alcuni giorni fa altri 1500 ribelli e 3500 loro familiari erano stati fatti partire da Dumair, altra località del Qalamun.

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