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Dopo avere individuato un americano che finanziò l'intrusione informatica del 2015 nella società milanese Hacking Team, la Procura di Milano ha dovuto chiedere l'archiviazione del caso
MILANO - La Procura di Milano è riuscita a risalire a un americano che finanziò in Bitcoin l'intrusione informatica del 2015 nella società milanese Hacking Team, ideatrice di un virus spia venduto alle polizie di mezzo mondo: ma ha dovuto chiedere l'archiviazione perché il Dipartimento di Stato ha comunicato che non consegnerà all'Italia i computer sequestrati dall'Fbi su rogatoria italiana. Lo scrive stamani il Corriere della Sera.
In sostanza le indagini avrebbero individuato senza ombra di dubbio il finanziatore dei mezzi informatici usati nell'intrusione, un 30enne concessionario d'auto del Tennessee. Nel corso di quell'intrusione venne trafugato il codice sorgente del programma di intercettazione telematica "Galileo", di concezione innovativa e di ampia diffusione, tanto che a scopo prudenziale provocò per giorni il blocco delle intercettazioni.
