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MONDODall'Asia all'Africa, ecco i nuovi campi di battaglia dell'Isis

25.11.17 - 18:03
La disfatta del Califfato in Iraq e Siria cambia le carte in tavola: ma la capacità di organizzare attacchi sanguinosi non si è ridotta, come dimostrano gli oltre 300 morti nell'assalto alla moschea
Keystone
Dall'Asia all'Africa, ecco i nuovi campi di battaglia dell'Isis
La disfatta del Califfato in Iraq e Siria cambia le carte in tavola: ma la capacità di organizzare attacchi sanguinosi non si è ridotta, come dimostrano gli oltre 300 morti nell'assalto alla moschea

BAGHDAD - La disfatta dell'Isis in Iraq e Siria ha inferto un duro colpo ai seguaci di Abu Bakr al Baghdadi, il 'Califfo' che non ha più un 'califfato' su cui regnare. Ma la capacità di organizzare attacchi sanguinosi in grande stile non si è ridotta, come dimostrano gli oltre 300 morti nell'assalto a una moschea sufi in Egitto.

Il sedicente Stato islamico non è più nelle condizioni di imporre le proprie leggi su ampi territori, la sua leadership è stata decapitata e i principali leader, tra cui lo stesso Baghdadi, sono alla macchia. In Iraq e Siria i militanti si riorganizzano in una struttura segreta molto più simile a quella di un gruppo terroristico stile al Qaida che non una forza in grado di conquistare e 'governare' un territorio. E con il crescente numero di sconfitte e perdite tra le proprie file in Medio Oriente, l'organizzazione ha dedicato sempre maggiore attenzione a un altro scacchiere, quello asiatico-africano.

In Afghanistan, secondo fonti di intelligence Usa, è stato creato negli ultimi due anni un vero e proprio centro di addestramento per i foreign fighter, compresi molti europei che non sono rientrati nel Continente. Dalle travagliate regioni tribali a ridosso del Pakistan sarebbero partiti gli ultimi piani per colpire l'Occidente, Usa, Canada ed Europa in particolare. Che l'Isis abbia volto il proprio sguardo a est, così come la rivale al Qaida che ha lanciato la sua 'costola' asiatica lo scorso anno, lo mostra la mappa degli attacchi compiuti nel 2017, che hanno fatto strage nel Caucaso russo, Afghanistan, Pakistan, Bangladesh, Indonesia fino all'Australia. Nelle Filippine, i militari di Manila sono stati impegnati in settimane di violente battaglie nella città di Marawi prima di poter annunciare la vittoria.

C'è poi l'Africa e la Penisola arabica: i Boko Haram, affiliati all'Isis, sembrano ben lontani dalla disfatta, e continuano a spargere sangue in Nigeria e nei Paesi vicini. Mentre in Somalia e Yemen gli Stati Uniti sono stati costretti a rafforzare la propria azione anti-terroristica. In Libia infine le cellule si sono riorganizzate e lanciano sporadici quanto sanguinosi attacchi per minare la stabilità del Paese.

Secondo gli esperti di antiterrorismo, l'Isis si concentrerà ora su tattiche di guerriglia in Siria e Iraq, e tenterà di aprirsi il varco in Asia. L'Occidente rimarrà l'obiettivo prioritario per compiere attentati spettacolari, da utilizzare soprattutto in chiave di propaganda interna e per 'attirare' nuovi reclutamenti.
 
 

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