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AUSTRALIARevenge porn, Facebook: «Non stiamo chiedendo di darci foto di nudo. È un'emergenza»

10.11.17 - 13:19
L'azienda risponde a chi ha formulato accuse contro un test svolto in Australia
Keystone
Revenge porn, Facebook: «Non stiamo chiedendo di darci foto di nudo. È un'emergenza»
L'azienda risponde a chi ha formulato accuse contro un test svolto in Australia

SIDNEY - «Non vogliamo che Facebook sia un posto dove le persone temono la condivisione senza consenso delle proprie immagini intime» e dopo aver annunciato un test «che è un po' diverso da ciò che abbiamo sperimentato in passato, vogliamo chiarire come funziona». Così Facebook interviene per dare chiarimenti su un progetto pilota avviato in Australia che prevede il caricamento di immagini di "nudo" degli utenti per combattere casi di "revenge porn" come quello di Tiziana Cantone, morta suicida dopo la diffusione online di un suo video intimo.

«Non stiamo chiedendo a persone a caso di darci foto di nudo», spiega su Twitter Alex Stamos, security chief officer di Fb, ma l'obiettivo è dare una via d'uscita a potenziali vittime. Il test, precisa su Facebook Antigone Davis, capo globale della sicurezza, «è un'opzione di emergenza» portata avanti insieme ad autorità locali per chi teme che una sua immagine "hard" possa essere diffusa per vendetta, magari da un ex partner o un molestatore.

L'utente decide volontariamente di fornire l'immagine "osé" a Facebook «per fare in modo che non venga mai condivisa in prima battuta». La foto viene effettivamente vista da un team umano, personale specificamente formato sottolinea la compagnia, che la valuta e ne crea una sorta di impronta digitale, una rappresentazione numerica che gli algoritmi riconoscono come univoca. Solo questo "marchio" viene conservato, la foto in sé viene invece cancellata dai server di Facebook. Se qualcuno provasse a caricare quell'immagine sul social il sistema ne riconoscerebbe l'impronta e lo impedirebbe. Questo almeno è l'obiettivo del test.

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