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SPAGNABarcellona: un fiume umano contro «il colpo di stato»

21.10.17 - 19:02
450'000 catalani si sono riuniti nel centro della città per manifestare contro il commissariamento della Catalogna e contro l'arresto di Jordi Sanchez e Jordi Cuixart
Keystone
Barcellona: un fiume umano contro «il colpo di stato»
450'000 catalani si sono riuniti nel centro della città per manifestare contro il commissariamento della Catalogna e contro l'arresto di Jordi Sanchez e Jordi Cuixart

BARCELLONA - Secondo la polizia urbana di Barcellona circa 450'000 persone hanno partecipato alla grande manifestazione convocata nella capitale catalana per chiedere la liberazione dei "detenuti politici" Jordi Sanchez e Jordi Cuixart e denunciare le misure decise questa mattina contro la Catalogna dal premier spagnolo Mariano Rajoy.

Decine di migliaia di catalani si sono trovani sul Passeig de Gracia, nel centro di Barcellona. Fra i manifestanti c'era anche il presidente Carles Puigdemont, che è stato accolto da applausi e grida di appoggio, e ha preso la testa del corteo. 

La Cup chiede la proclamazione immediata dell'indipendenza - Le misure annunciate oggi dal governo di Madrid sono "un colpo di stato contro il popolo della Catalogna". Lo ha affermato il deputato del Pdecat, il partito del presidente Carles Puigdemont, Josep Lluis Cleries. La Cup, l'ala sinistra della coalizione indipendentista catalana, ha chiesto una "proclamazione immediata" della Repubblica in risposta al "colpo di Stato" del premier spagnolo Mariano Rajoy. Il parlamentare Carles Riera ha detto che "l'unica risposta possibile è la proclamazione immediata" dell'indipendenza e della "Repubblica catalana".

I manifestanti fanno appello all'Ue - In un appello rivolto all'Ue le decine di migliaia di manifestanti riuniti in Paseig de Gracia a Barcellon hanno chiesto all'Unione di "aiutare la Catalogna, salvare la Spagna, salvare l'Europa". Un testo letto dal palco ha avvertito che "oggi non è morta l'autonomia catalana, è morta la democrazia in Spagna".

Art. 155 , è la prima volta - È la prima volta dal ripristino della democrazia in Spagna nel 1978 che il governo di Madrid applica l'articolo 155 della Costituzione nei confronti di una comunità autonoma del Paese: una decisione senza precedenti, quindi, che nel caso della Catalogna colpisce una regione con 7,5 milioni di abitanti che contribuisce al prodotto interno lordo nazionale per il 18,9% (dato 2016).

Oggi Madrid non ha sospeso ufficialmente l'autonomia della Catalogna, ma l'ha limitata a tal punto che difficilmente si può parlare ancora - allo stato delle cose - di comunità autonoma: si tratta infatti di un commissariamento che sospende i vertici della Generalitat, con la proposta al Senato di destituire il presidente Carles Puigdemont, il vicepresidente Oriol Junqueras e tutti i membri del Govern.

Le competenze del presidente e dei membri del governo di Barcellona, quindi, saranno assunte da autorità designate da Madrid sotto il controllo dei ministri del governo spagnolo. Le misure prevedono inoltre il divieto per il Parlament catalano di eleggere un sostituto di Puigdemont, ha spiegato il premier Mariano Rajoy precisando che assumerà le competenze del presidente catalano per convocare nuove elezioni al massimo entro sei mesi.

La facoltà di sciogliere il parlamento catalano passa poi a Madrid, mentre il Parlament manterrà la sua funzione rappresentativa. Tuttavia, il parlamento locale non potrà proporre il candidato al governo di Barcellona e non potrà interferire con la Costituzione o lo Statuto.

Queste misure sono state già trasmesse al Senato, che salvo sorprese darà il via libera finale venerdì 27 ottobre. L'ufficio di presidenza della Camera alta, formato da quattro senatori del Partito popolare (Pp) di Rajoy, due del Partito socialista operaio spagnolo (Psoe, socialdemocrazia) e uno del Partito nazionalista basco (Pnv), fissa oggi il calendario esatto dei lavori.

Ma non è tutto: grazie all'articolo 155 Madrid prevede anche di prendere il controllo dei Mossos d'Esquadra, la polizia regionale catalana, e della radiotelevisione pubblica (Tv3 e Radio Catalunya), secondo quanto precisa il documento con le misure previste dall'esecutivo spagnolo inviato al Senato. Il governo spagnolo, attraverso i delegati che nominerà in Catalogna, potrà destituire e sostituire i dirigenti di polizia e radiotelevisione catalane.

Il testo dell'articolo 155 recita: "Se una Comunità Autonoma non compie gli obblighi che le impongono la Costituzione o altre leggi, o agisce in forma che attenti gravemente all'interesse generale della Spagna, il Governo dopo avere interpellato al Presidente della Comunità Autonoma e nel caso in cui non ne conseguano risultati, con l'approvazione a maggioranza assoluta del Senato, potrà prendere le misure necessarie per poterla obbligare al compimento forzoso di tali obblighi o per la protezione dell'interesse generale. Per l'esecuzione delle misure previste nel precedente capoverso il Governo potrà dare istruzioni a tutte le autorità delle Comunità Autonome".

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