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ITALIAChiusa in casa e promessa sposa per denaro, arrestato il padre  

14.09.17 - 08:29
Tenuta segregata in casa per quattro anni a Firenze, una 17enne ha chiesto aiuto a un coetaneo attraverso una chat
Archivio Keystone
Chiusa in casa e promessa sposa per denaro, arrestato il padre  
Tenuta segregata in casa per quattro anni a Firenze, una 17enne ha chiesto aiuto a un coetaneo attraverso una chat

FIRENZE - Tenuta segregata in casa a Firenze per quattro anni e promessa in sposa a un uomo che non conosceva per la somma di 15 mila euro, è riuscita a salvarsi chiedendo aiuto a un coetaneo attraverso la chat di un gioco per smartphone.

È quanto ha ricostruito la polizia di Firenze che ha arrestato il padre della giovane, ora 17enne, originaria dell'Est Europa e residente nel capoluogo toscano. Riduzione in schiavitù il reato contestato al padre, arrestato in esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere disposta dal giudice per le indagini preliminari (gip) su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) fiorentina.

Secondo quanto ricostruito dalla polizia - le indagini sono state condotte dalla squadra mobile - quattro anni fa la ragazza, allora 13 enne, era stata promessa in sposa dal padre a un connazionale, residente con la propria famiglia in Francia.

L'accordo stipulato prevedeva il pagamento di 15 mila euro, 4 mila dei quali furono versati come acconto 10 mesi dopo, quando la famiglia del futuro sposo si recò in Italia. Nell'occasione fu stabilito che in attesa delle nozze la ragazzina avrebbe dovuto mantenere la verginità, dimagrire e imparare a fare le faccende domestiche, pena la restituzione della somma versata.

In base agli accertamenti della squadra mobile, da allora la ragazza sarebbe stata segregata in casa dai genitori, che le permettevano di uscire solo poche volte al mese per fare la spesa, sempre in compagnia di uno degli uomini di famiglia.

Nonostante non le fosse permesso possedere denaro e le fosse stata tolta la scheda telefonica, la ragazzina è riuscita a chiedere aiuto a un coetaneo accedendo alla chat di un gioco per smartphone grazie a una connessione wi-fi. Il ragazzino, residente in Sicilia, ha raccolto la sua richiesta di aiuto segnalando il caso a un centro antiviolenza, facendo così scattare le indagini.

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