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BELGIOMorto a 7 mesi per malnutrizione, pena soft per i genitori

14.06.17 - 18:35
I due sono stati condannati a 6 mesi con la condizionale. Il bambino pesava solo 4,3 kg al momento della morte
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Morto a 7 mesi per malnutrizione, pena soft per i genitori
I due sono stati condannati a 6 mesi con la condizionale. Il bambino pesava solo 4,3 kg al momento della morte

BRUXELLES - Baby Lucas aveva solo 7 mesi quando è morto, il 6 giugno 2014, di malnutrizione e disidratazione. Pesava appena 4,3 chili. Gli organi interni rattrappiti alla metà delle loro dimensioni normali. Nessuna traccia di grasso nel corpo. Pesava soltanto un chilo in più di quando aveva visto la luce. I genitori, seguaci delle teorie nutrizioniste alternative e proprietari di un negozio "bio", gli davano latte vegetale fatto con riso, quinoa o soia.

Tipici autodidatti della salute, erano convinti che Lucas fosse intollerante al lattosio. E senza consultare alcun medico, cominciarono a nutrirlo con i prodotti del loro negozio. Solo nell'ultimo giorno della brevissima vita di Lucas decisero di portarlo da un pediatra omeopata. Che li mandò d'urgenza in ospedale. Ma per Lucas era troppo tardi. Arrivò morto.

Oggi il tribunale di Termonde, nelle Fiandre, ha condannato i genitori al minimo della pena, sei mesi con la condizionale. Una sentenza solo apparentemente lieve. «È chiaro che gli imputati sono già stati gravemente puniti dal fatto che dovranno continuare a vivere sapendo di essere responsabili della morte del figlio, che davvero amavano profondamente» ha dichiarato la giudice Mieke Butstraen.

Nella sentenza, Butstraen ha rilevato che la morte di Lucas è stata «il risultato della sistematica offerta di cibo non adatto ai neonati» e che ha provocato la morte. D'altronde, secondo quanto riferito dai media belgi, la mamma non aveva latte e la coppia si era convinta che Lucas - suo terzo figlio - non sopportasse il comune latte in polvere. E sono andati avanti con gli esperimenti, seguendo i consigli dei clienti ma senza mai andare da un medico, né rivolgersi ai servizi sociali.

La mamma si alzava quattro volte ogni notte, ha sostenuto il difensore della coppia per dimostrare che si preoccupava della salute del figlio. «Gli imputati erano consapevoli delle precarie condizioni di salute del loro bambino, ma hanno rifiutato di chiedere aiuto medico in tempo» ha sentenziato Butstraen, chiudendo il caso che riapre la polemica sulla medicina alternativa e sulle responsabilità dei genitori.

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