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VENEZUELAAltri due morti nelle proteste

27.04.17 - 08:08
Caracas ha nel frattempo deciso di ritirarsi dall'Organizzazione degli Stati Americani (Osa) per le sue «azioni intrusive contro la sovranità della patria»
Keystone
Altri due morti nelle proteste
Caracas ha nel frattempo deciso di ritirarsi dall'Organizzazione degli Stati Americani (Osa) per le sue «azioni intrusive contro la sovranità della patria»

CARACAS - Nicolas Maduro è sotto assedio su tutti i fronti. Mentre nelle piazze del Venezuela proseguono le proteste antigovernative - nelle quali ieri sono morti altri due giovani, portando il totale a 28 vittime - l'Organizzazione degli Stati Americani (Osa) ha convocato un vertice straordinario di ministri degli Esteri sulla situazione in Venezuela, decisione alla quale ha fatto seguito l'annuncio di Caracas del suo ritiro da questo organismo regionale.

Le due nuove vittime sono Christian Ochoa, un 22enne ferito da spari di arma da fuoco lunedì scorso a Valencia, capitale dello Stato di Carabobo (centro nord del paese) e Juan Pablo Pernalete, un ventenne raggiunto in faccia da un lacrimogeno ieri a Caracas. Nella capitale l'opposizione aveva convocato una nuova marcia verso la sede dell'ufficio dell'Ombudsman, nella zona ovest di Caracas, ma si è vista impedire il passaggio - per la sesta volta consecutiva - da unità antisommossa della polizia e della Guardia Nazionale.

L'Assemblea Nazionale - in mano all'opposizione - esige dall'Ombudsman Tarek William Saab che riconosca in un parere ufficiale che la sentenza (poi ritirata) con la quale la Corte Suprema si è attribuita i poteri del Parlamento costituisce una violazione della Costituzione, e dunque un motivo lecito per destituire i magistrati che l'hanno sottoscritta. L'Ombusdman, da parte sua, ha risposto che la richiesta del Parlamento non è ricevibile, perché le sentenze sono state ritirate.

Nel frattempo, a Washington si è riunito il Consiglio permanente dell'Osa, per discutere un progetto di risoluzione attraverso il quale convocare un vertice dei ministri degli Esteri per trattare la crisi in Venezuela. L'iniziativa è stata approvata con 19 voti a favore, 10 contrari, una astensione e un assente. Subito è scattata la ritorsione di Caracas che, così come aveva minacciato il suo delegato, ha annunciato che darà inizio alle pratiche per lasciare l'organizzazione. «L'Osa ha insistito con le sue azioni intrusive contro la sovranità della nostra patria e dunque procederemo a ritirarci da questa organizzazione», ha detto la ministra degli Esteri del Venezuela Delcy Rodriguez aggiungendo che «la nostra dottrina storica è segnata dalla diplomazia bolivariana della pace, e questo non c'entra niente con l'Osa».

L'ultimo tentativo di Caracas per cercare di rompere il suo isolamento internazionale è stata la convocazione di un vertice straordinario di ministri degli Esteri della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (Celac), che si svolgerà il prossimo 2 maggio a San Salvador. Fanno parte della Celac - organizzazione creata nel 2010 - tutti i Paesi del continente americano e dei Caraibi, tranne Stati Uniti e Canada.

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