Cerca e trova immobili

ITALIASesso in cambio del massimo dei voti alla tesi di laurea

11.11.16 - 21:56
È l'accusa che ha portato all'arresto di un professore associato di Diritto del Lavoro dell'Università di Torino
Fotolia
Sesso in cambio del massimo dei voti alla tesi di laurea
È l'accusa che ha portato all'arresto di un professore associato di Diritto del Lavoro dell'Università di Torino

TORINO - Sesso e foto hard per ottenere il massimo dei voti alla tesi di laurea. È l'accusa che ha portato all'arresto di un professore associato di Diritto del Lavoro dell'Università di Torino.

L'uomo, 47enne originario di Bologna, dove si trova agli arresti domiciliari, è accusato di tentata concussione dalla Procura di Torino. Un'indagine iniziata con la denuncia della studentessa, in contemporanea con quella dell'ateneo, e che ora prosegue per verificare eventuali altri casi analoghi.

È luglio quando la giovane laureanda trova il coraggio di denunciare sia in Procura che in Facoltà il professore. Secondo la ricostruzione del pm Gianfranco Colace, che coordina l'inchiesta, il docente si era convinto di aver identificato la studentessa tra gli utenti di una chat di incontri che frequentava. Così, quando lei lo ha cercato come relatore della tesi, lui l'ha ricattata di rendere noti particolari della sua vita privata. E, al tempo stesso, le prometteva il massimo dei voti in cambio di incontri sessuali. È stato allora che la ragazza, che ha sostenuto di non avere mai preso parte a conversazioni su siti hard, si è convinta a raccontare tutto.

Nei prossimi giorni altre studentesse saranno convocate in Procura "quali potenziali vittime dell'indagato". Per questo motivo in una nota il procuratore Armando Spataro in persona «auspica che altri eventuali simili episodi, allo stato sconosciuti, siano resi noti agli inquirenti».

Nel frattempo, l'Università ha adottato «i provvedimenti disciplinari ritenuti congrui e opportuni» nei confronti del professore, assistito dall'avvocato Simona Grabbi del foro di Torino, inviando subito una segnalazione alla Procura della Repubblica. «Siamo intervenuti tempestivamente», sottolinea il rettore Gianmaria Ajani, evitando anche «il semplice rischio di qualsivoglia alterazione dei risultati della prova di laurea della persona offesa».
 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE