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SPAGNAIl marito dell'Infanta Cristina in tribunale: «Non ricordo»

26.02.16 - 19:31
Alla fine della settimana prossima sarà chiamata alla sbarra la stessa principessa
Il marito dell'Infanta Cristina in tribunale: «Non ricordo»
Alla fine della settimana prossima sarà chiamata alla sbarra la stessa principessa

MADRID - Brivido mediatico allo "storico" processo di Palma di Maiorca che vede sul banco degli imputati con l'accusa di malversazioni la sorella di Felipe VI di Borbone l'Infanta Cristina e il marito Inaki Urdangarin, con l'inizio dell'interrogatorio del cognato del re di Spagna.

Era uno dei momenti più attesi del processo. Ma il vero 'clou' sarà alla fine della settimana prossima, quando alla sbarra dopo il marito arriverà la bionda principessa Cristina, 50 anni, figlia e sorella di re. È la prima volta che succede da quando il dittatore Francisco Franco poco prima di morire nel 1975 ha ripristinato la monarchia in Spagna. L'ex-campione di pallamano e ex-Duca di Palma - un titolo tolto alla sorella e al cognato da Felipe VI pochi mesi fa - ha negato ogni responsabilità nelle presunte malversazioni della Fondazione Noos per la promozione di eventi sportivi da lui presieduta. Secondo l'accusa il cognato del re, con la moglie, l'ex-socio Diego Torres e altri 14 imputati sarebbe responsabile del dirottamento 10 anni fa di 6,2 milioni di euro di contributi pubblici a Noos, stornati verso società paravento. Una delle quali, Aizoon, era di proprietà di Urdangarin e dell'Infanta.

La principessa in teoria rischia una condanna fino a 8 anni, Urdangarin a 19. L'ex-duca ha detto alla corte che aveva «principalmente un ruolo di supervisione dei progetti» e non si curava di gestione finanziaria o del personale. Sotto lo sguardo sempre attento della moglie, seduta nell'ultima fila fra gli imputati, Urdangarin ha più volte risposto evasivamente alle domande del procuratore Horrach.

«'Suppongo, non lo so, non ricordo' sono le espressioni più usate da Urdangarin» ha rilevato El Pais. Il marito dell'Infanta ha negato di avere ricevuto commissioni sui progetti affidati a Noos. «Non sono mai stato uno che prende commissioni, assolutamente no!». Ha rifiutato di riconoscere la sua firma su documenti che gli ha mostrato il pm, «non è la mia!». Urdangarin ha detto di avere scoperto solo nel 2010, dopo l'avvio delle indagini, che nella sua impresa Aizoon c'erano dipendenti fittizi, secondo l'accusa usati per appesantire i pagamenti di Noos. I soldi dirottati sarebbero serviti a pagare le spese personali degli allora duchi. «Ma l'impresa era sua!» si è stupito il pm.

«Io mi occupavo di ciò di cui dovevo occuparmi, c'erano consiglieri per queste faccende, di alcuni dipendenti neppure sapevo che lavoravano per noi» ha replicato il cognato del re. Nelle prime due ore di deposizione -l'udienza proseguirà mercoledì - Urdangarin è stato anche protagonista di un sorprendente duetto con il pm, chiaramente destinato ad allontanare i sospetti dall'Infanta. La procura e l'avvocatura dello Stato hanno cercato in tutti i modi di tenere la sorella del re fuori dal processo. Senza riuscirci per la caparbietà del giudice istruttore di Palma José Castro e della parte civile, il sindacato Mani Pulite. Al punto che la presidente della Corte Samantha Romero rivolta al procuratore si è detta «stupita»: «è la prima volta che vedo un pm smontare le prove della parte civile».

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