Putin ha anche affermato che l'accordo di Ginevra con i 5+1 rappresenta "una svolta sul programma nucleare iraniano, ma questo è solo il primo passo", e ha aggiunto che ora "è necessario condurre una ricerca paziente per una soluzione più larga che garantisca l'inalienabile diritto dell'Iran a sviluppare una industria dell'energia nucleare pacifica e la sicurezza di tutti i paesi della regione, compreso Israele".
Sul fronte interno il presidente russo ha insistito sulla necessità di rispettare gli obiettivi socio-economici da lui fissati per decreto nel maggio 2012, nonostante la crisi economica e il rallentamento dell'economia russa: "il ciclo economico sta cambiando, ma non è motivo per discutere delle revisione dei nostri obiettivi", ha detto, suggerendo ottimizzazioni delle spese e risparmi. Un grattacapo per Dmitri Medvedev, il cui governo è già finito ripetutamente nel mirino di Putin.
Il leader del Cremlino è poi tornato a puntare il dito contro l'economia offshore: il presidente ha chiesto di precludere alle società russe registrate all'estero i sostegni e i contratti statali, sostenendo che esse debbono pagare le tasse in base alle regole fiscali russe.