Il più grande raduno si è svolto a Ramadi, un centinaio di chilometri a ovest di Baghdad, nella provincia di Anbar, dove alla manifestazione ha partecipato anche il ministro delle Finanze, Rafi al Essawi. L'arresto di alcune delle sue guardie del corpo, accusate di atti di terrorismo, aveva dato il via nel dicembre scorso alle dimostrazioni contro il premier Maliki, accusato di politiche discriminatorie contro i sunniti.
Altre manifestazioni sono avvenute a Mosul, Kirkuk e Samarra, dove sono state ribadite le richieste al primo ministro di rilasciare i detenuti sunniti e abolire le leggi anti-terrorismo che i manifestanti ritengono vengano usate in modo strumentale. L'Imam della preghiera del venerdì di Ramadi, Sheikh Hassan al Dulaimi, ha affermato che la marcia su Baghdad "è solo rinviata, ma avverrà presto".
Sempre oggi migliaia di sostenitori del leader radicale sciita Muqtada al Sadr hanno dato vita a manifestazioni nelle città di Kufa, Kut e Bassora dopo la preghiera di mezzogiorno per chiedere alla comunità internazionale di condannare la repressione della protesta degli sciiti in Bahrein. A Sulaimaniya, invece, nella regione autonoma del Kurdistan, alcune decine di manifestanti si sono riuniti per chiedere al governo turco di rilasciare Abdullah Ocalan, leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), nell'anniversario del suo arresto, avvenuto nel 1999.