Secondo fonti europee la proposta della Commissione, per quanto riguarda la "manovra" per il 2012 (formalmente definita come "emendamento 6e"), "non può essere ridotta, a meno che gli Stati non rinuncino ad essere rimborsati o se si trova una parte di fatture il cui pagamento possa essere dilazionato". Quest'ultima soluzione però avrebbe inevitabilmente effetti sul bilancio del 2013.
Tra le fatture in sospeso quelle per fondi sociali, ricerca e sviluppo, coesione e il progetto Erasmus per un totale che la Commissione continua a stimare a 9 miliardi ("sulla base di quanto chiesto dagli Stati stessi").
Il 13 novembre si è chiuso senza accordo il periodo di trattativa tra Parlamento e Consiglio concesso dalla regole europee. I governi chiedevano di trovare un accordo al ribasso sull'emendamento 6 prima di aprire la trattativa per il 2013. I parlamentari invece chiedono un accordo complessivo per evitare che a fine 2013 ci siano nuovi "buchi". I Trattati prevedono che, in caso di disaccordo tra Parlamento e Consiglio, la Commissione presenti una "nuova proposta".
"La maggior parte del bilancio dell'Ue - ha spiegato il commissario al bilancio Janusz Lewandowski - è fatta di pagamenti o rimborsi a centinaia di migliaia di beneficiari, che vanno dalle città agli studenti, dai ricercatori di medicina alle imprese. I governi hanno scelto progetti da co-finanziare. Ora questi progetti arrivano alla conclusione. La Ue ha l'obbligo legale di pagare le fatture. Deve poter avere i mezzi per farlo".