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MILANOLa progressiva radicalizzazione di Anis Amri

18.12.17 - 14:33
La carcerazione accelerò la deriva estremista dell'attentatore del mercatino di Natale a Berlino
Keystone / DPA
La progressiva radicalizzazione di Anis Amri
La carcerazione accelerò la deriva estremista dell'attentatore del mercatino di Natale a Berlino

MILANO - Gli inquirenti sottolineano la progressione della radicalizzazione di Anis Amri, che era già nella sua mente quando arrivò su un barcone con altri migranti in Sicilia nel 2011 e venne erroneamente identificato come minorenne. La sua deriva, stando alle indagini, si rafforzò nei circa 4 anni di detenzione nelle carceri siciliane (fu arrestato per danneggiamento, lesioni, minacce e appropriazione indebita), e poi la definitiva scelta terroristica si realizzò quando a fine 2015 arrivò in Germania, dove entrò in contatto con una serie di persone vicine all'Isis.

In Italia, era stato scarcerato il 18 maggio del 2015, con 156 giorni di liberazione anticipata. Quando venne, poi, ospitato in un centro di accoglienza a Catania Amri contattò per farle delle avances anche una 17enne che era stata con lui qualche anno prima in un centro per minori.

Dall'inchiesta, tuttavia, non è stato acquisito alcun elemento probatorio su responsabilità di altre persone nella radicalizzazione di Amri, quando era in Italia, e gli inquirenti non escludono anzi che il tunisino abbia fatto tutto da solo, in modo spontaneo, dato il suo carattere forte, deciso e da leader. Le indagini milanesi hanno appurato che il tunisino usò la stessa pistola per uccidere l'autista del tir polacco, usato per la strage, e per tentare di ammazzare gli agenti che lo hanno poi freddato a Sesto San Giovanni, nel Milanese. Nel suo zaino vennero trovati anche due coltelli, oltre a 1.010 euro in contanti.

Nessun elemento, poi, è emerso per far ritenere che la partenza del tir, poi rubato da Amri a Berlino, da Cinisello Balsamo possa essere in alcun modo collegata con la successiva presenza di Amri a Sesto San Giovanni. Fu solo una casualità, una coincidenza. A una persona che lo incontrò in piazza Argentina, a Milano, Amri aveva chiesto informazioni per andare con un bus a «Napoli, Roma, sud». Il teste ha anche riferito che lo guardò in modo strano quando lui provò a offrirgli una sigaretta, «come se la cosa lo avesse offeso».

In sostanza, gli inquirenti concludono spiegando che non è venuto a galla alcun concreto elemento di responsabilità su un coinvolgimento di altre persone in Lombardia nell'attentato di Berlino o nel coprire la fuga, aiutare o addestrare Amri. L'inchiesta ha anche accertato che il tunisino era un abituale consumatore di cocaina e hashish, droghe che non aveva però assunto il giorno della morte.

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