Il presidente olandese dell'Eurogruppo è rimasto disoccupato dalle ultime elezioni. È noto per avere accusato i paesi del Sud Europa di aumentare il debito per spendere in «donne e alcol»
BRUXELLES - Il Fondo Salva Stati (Esm), dopo essere intervenuto nei salvataggi di Irlanda, Portogallo e Grecia, salva ora il tenore di vita del presidente olandese dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem rimasto disoccupato dalle ultime elezioni in Olanda. Lo rivela il Corriere della Sera in un lungo articolo da Bruxelles.
L'ex ministro delle finanze olandese, paladino del rigore, è noto al grosso pubblico per essere stato travolto dalle critiche dopo una battuta volgare sui paesi del Sud Europa, che, a suo dire, facevano aumentare il debito per consentire ai loro cittadini di spendere in «donne e alcol».
Non essendo più ministro delle finanze - ricostruisce il Corriere - Dijsselbloem avrebbe dovuto lasciare l'Eurogruppo da ottobre. «Ma il sostegno della Germania gli ha consentito una inedita proroga fino alla scadenza prevista al gennaio 2018».
Ora, in più, il capo del Fondo Salva Stati, il tedesco Klaus Regling, lo ha assunto come «consulente strategico» fino al termine del mandato alla presidenza dei ministri finanziari. La retribuzione è cospicua: 14.500 euro al mese «a carico dei contribuenti dell'eurozona» chiosa il quotidiano milanese. Dijsselbloem sarebbe ora anche in «conflitto di interessi» perché dovrebbe controllare il suo datore di lavoro (e di reddito) cioè lo stesso Klaus Regling.
Dal Fondo Salva Stati spiegano di aver salvato il reddito del euroburocrate «per rendergli possibile finire il mandato come presidente dell'Eurogruppo e del Consiglio dei governatori dell'Esm» e perché «da quando non è ministro non ha alcun reddito».