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VATICANOSvolta del Papa: «Stop all'accanimento terapeutico»

16.11.17 - 15:59
Il pontefice procede sulla sua linea indipendentemente dalle possibili contestazioni
Keystone
Svolta del Papa: «Stop all'accanimento terapeutico»
Il pontefice procede sulla sua linea indipendentemente dalle possibili contestazioni

CITTÀ DEL VATICANO - Faranno sicuramente discutere, specie nel mondo cattolico, le affermazioni di papa Francesco sul 'no' all'accanimento terapeutico contenute nel messaggio inviato oggi a mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, in occasione del convegno internazionale sul "fine vita" appena apertosi in Vaticano.

Se non una vera e propria "svolta" in quanto affermato, lo è sicuramente nel tentativo coraggioso di fissare dei principi in un momento in cui il dibattito sul tema è caldo come non mai e in cui il fronte cattolico teme fortemente aperture indebite verso l'eutanasia.

Per cui la guardia su questi argomenti viene tenuta molto alta. Il Papa, però, come spesso gli accade, procede sulla sua linea, indipendentemente dalle possibili contestazioni. E' per questo particolarmente coraggioso dire oggi che "gli interventi sul corpo umano diventano sempre più efficaci, ma non sempre sono risolutivi: possono sostenere funzioni biologiche divenute insufficienti, o addirittura sostituirle, ma questo non equivale a promuovere la salute".

Francesco invoca quindi "un supplemento di saggezza", poiché "oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona".

Il Papa richiama quanto disse addirittura Pio XII 60 anni fa a proposito di come sia "lecito astenersi", "in casi ben determinati", dai mezzi terapeutici "potenzialmente disponibili". E citando la "Dichiarazione sull'eutanasia" dell'ex Sant'Uffizio del 5 maggio 1980, ricorda come sia "dunque moralmente lecito rinunciare all'applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà definito proporzionalità delle cure'".

Prendendo in considerazione "il risultato che ci si può aspettare, tenuto conto delle condizioni dell'ammalato e delle sue forze fisiche e morali", per papa Bergoglio tale criterio "consente quindi di giungere a una decisione che si qualifica moralmente come rinuncia all''accanimento terapeutico'".

E' noto quanto il tema sia spinoso e quanto la Chiesa negli ultimi tempi, relativamente al dibattito politico sul "biotestamento", abbia fatto muro contro eventuali aperture delle norme in questo campo.

Per il Papa, però, la scelta che lui coraggiosamente richiama, "assume responsabilmente il limite della condizione umana mortale, nel momento in cui prende atto di non poterlo più contrastare". "Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire", come specifica il Catechismo della Chiesa Cattolica, avverte.

Questa "differenza di prospettiva", per Francesco, "restituisce umanità all'accompagnamento del morire, senza aprire giustificazioni alla soppressione del vivere". "Vediamo bene, infatti - osserva -, che non attivare mezzi sproporzionati o sospenderne l'uso, equivale a evitare l'accanimento terapeutico, cioè compiere un'azione che ha un significato etico completamente diverso dall'eutanasia, che rimane sempre illecita, in quanto si propone di interrompere la vita, procurando la morte".

Fondamentale, per Francesco, nel determinare le scelte, più che la "regola generale" sarà l'"attento discernimento" delle situazione concrete. E anche qui richiama il Catechismo: "Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità". E' "anzitutto lui che ha titolo, ovviamente in dialogo con i medici, di valutare i trattamenti che gli vengono proposti e giudicare sulla loro effettiva proporzionalità", dice il Papa. Un punto in più, e qui si può parlare davvero di svolta, in favore dell'autodeterminazione.
 
 

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