Le autorità stanno ancora dando la caccia ad alcuni sospetti
PARIGI - Due anni dopo gli attentati più sanguinosi a Parigi, quelli del 13 novembre 2015 (130 morti), il procuratore François Molins fa il punto e ammette che le autorità stanno ancora dando la caccia ad alcuni sospetti mentre persistono «zone d'ombra» nelle indagini.
Intervistato dalla radio France Info, Molins - personaggio che ha comandato le indagini e parlato dalla tv ai francesi nei momenti più difficili - ha spiegato che oltre ai 13 assalitori dei commando uccisi ci sono altri «13 sospetti, 5 detenuti in Belgio, 7 in Francia e uno in Turchia».
Molins ha detto di sperare di chiudere l'inchiesta entro la primavera del 2019: «Ci sono oltre 220 tomi e oltre 28'000 verbali», ha precisato. Quanto al delicato tema dei "foreign fighters" francesi in Siria e in Iraq, Molins ha affermato che se ne contano «690, fra cui 295 donne e 28 minori. Credo che la maggior parte di essi - ha detto - non abbia intenzione di tornare».
Il 2017 è stato contrassegnato da «una recrudescenza di azioni isolate - ha continuato Molins - su 17 attentati individuali dalla fine del 2014, 11 sono stati registrati nel 2017».