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BELGIONato: « La pace e la sicurezza non sono una cosa per soli uomini»

08.03.17 - 16:36
Il segretario generale Stoltenberg incoraggia a «inserire» le donne ai vertici «degli organismi decisionali, dai ministeri alle Forze armate»
Keystone
Nato: « La pace e la sicurezza non sono una cosa per soli uomini»
Il segretario generale Stoltenberg incoraggia a «inserire» le donne ai vertici «degli organismi decisionali, dai ministeri alle Forze armate»

BRUXELLES - «La Nato ha un ruolo da giocare per promuovere le pari opportunità» tra uomo e donna: in occasione dell'8 marzo il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un'intervista a un gruppo ristretto di testate, tra cui l'ANSA, incoraggia «tutti i Paesi dell'Alleanza a inserire» le donne ai vertici «degli organismi decisionali, dai ministeri alle Forze armate», perché «pace e sicurezza non sono solo un affare per uomini» e «la parità tra generi non è un'opzione, ma è fondamentale».

All'ultima riunione Nato «il 25% erano ministre e su 28 delegazioni diplomatiche sono sei le ambasciatrici. La strada da fare è ancora molta, ma questo è un grande passo avanti, qualcosa di impensabile solo qualche anno fa. Uscendo da questo edificio si possono vedere alcune foto degli anni Sessanta, erano solo uomini bianchi», spiega, aggiungendo che attualmente «per la prima volta» nella storia dell'organismo dell'Alleanza, il numero due della Nato è una donna, la diplomatica Usa Rose Gottemoeller.

Inoltre «ci sono donne leader militari di grande rilievo», come ad esempio l'ammiraglia della Marina statunitense Michelle Howard, prima donna afroamericana a guidare una delle principali basi Nato, il Comando interforze di Napoli, «e questo a dimostrazione che il cambiamento è possibile, anche in organizzazioni tradizionalmente dominate da uomini».

«Quasi il 40% del personale che lavora alla Nato è composto da donne, anche se non molte sono ai posti di comando», avverte. «In parte questo ha a che vedere col fatto che le donne credono non si tratti di un mondo per loro e in parte perché alcuni uomini che reclutano ritengono che non siano abbastanza qualificate. È un circolo vizioso, ma stiamo cominciando a uscirne», insiste il segretario generale.

Anche nelle forze armate degli alleati, «il numero delle donne è il più alto di sempre». Erano il 10,8% nel 2015, però solo il 6,5% partecipa alle operazioni della Nato. Questo dimostra che abbiamo ancora un lungo cammino da fare», sottolinea. Stoltenberg spiega che ci sono alcune direttrici su cui la Nato si sta muovendo, sia attraverso l'integrazione della prospettiva di genere nella pratica quotidiana, dalla pianificazione all'esecuzione delle operazioni, sia attraverso l'attuazione delle nuove linee guida per eliminare la violenza di genere. Ma anche con le assunzioni, perché «la diversità porta forza, efficacia, e permette alla Nato di reclutare il meglio e il più intelligente».
 
 

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