Pyongyang critica le indagini sulla morte di Kim Jong-nam. La polizia malese ha sospetti su 8 nordcoreani
PYONGYANG - La Corea del Nord accusa duramente le indagini della Malaysia sulla morte di un suo "connazionale", identificato in passato con il nome ufficiale sul passaporto di Kim Chol, all'aeroporto di Kuala Lumpur, definendole piene di "buchi e contraddizioni": il "connazionale" ucciso il 13 febbraio in un un agguato è stato riconosciuto come Kim Jong-nam, il fratellastro del leader Kim Jong-un, anche se la polizia vuole esaminare il Dna per la ufficializzazione.
Pyongyang, in una nota diffusa dall'agenzia Kcna del Korean Jurists Committee, organo affiliato al parlamento, prende di mira poi la Corea del Sud, attiva nelle indagini improprie. «Ciò che più merita una seria attenzione è il fatto che atti scorretti dalla parte malese sono temuti coincidere con la cospirazione anti-Corea del Nord lanciata dalla autorità sudcoreane».
La polizia malese sospetta al momento il coinvolgimento di 8 nordcoreani, di cui quattro sarebbero tornati già in patria. Ri Jong-chol, chimico di 46 anni, è l'unico cittadino del Nord in arresto.