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ISRAELE / TERRITORI PALESTINESISordina ai minareti: deputati arabi recitano l’appello alla preghiera in parlamento

15.11.16 - 13:00
Il promotore: «Ricevo lamentele da tutti per l’adhàn dell’alba». Il clamore nasconde un disegno per legalizzare insediamenti ebraici nei Territori
Sordina ai minareti: deputati arabi recitano l’appello alla preghiera in parlamento
Il promotore: «Ricevo lamentele da tutti per l’adhàn dell’alba». Il clamore nasconde un disegno per legalizzare insediamenti ebraici nei Territori

TEL AVIV - Non smette di far discutere in Israele il disegno di legge al vaglio della Knesset che prevede che i luoghi di culto non possano più usare altoparlanti esterni e debbano limitare le emissioni sonore. Ovvero: le moschee non possono più diffondere gli appelli alla preghiera nel modo in cui l’hanno fatto finora.

La proposta, supportata dal premier Netanyahu, ha l’intento dichiarato di limitare il disturbo causato alla popolazione «ebraica, musulmana e cristiana» dai cinque appelli alla preghiera, gli “adhàn”, previsti nell’Islam sunnita e specialmente di quello dell’alba (poco prima delle 5 a Gerusalemme). Dagli esponenti politici arabi israeliani e da parte della popolazione di religione islamica è invece percepita come un’ulteriore vessazione contro questa comunità e un tentativo di esasperare tensioni etnico-religiose latenti.

Nell’ultima di una serie di proteste contro questo provvedimento, alcuni deputati arabi del parlamento israeliano hanno recitato l’appello alla preghiera dal podio della Knesset durante la seduta svoltasi nella notte (video). La manifestazione di dissenso è stata accolta da sdegno e scherno da parte di alcuni colleghi deputati.

«L’unico scopo di questo disegno di legge è di generare un’atmosfera di odio e incitamento contro il pubblico arabo», ha dichiarato il presidente della Lista Unita, Ayamn Odeh, come riporta il Jerusalem Post. Per Odeh, questa proposta «razzista e populista» è un «chiaro danno» alla libertà di religione per il musulmani.

Il promotore dell’iniziativa, il deputato Motti Yogev, la vede in maniera diversa. «Non siamo contrari all’osservanza religiosa e tanto meno all’appello del muezzìn che recita che “Dio è grande” (“Allahu akbar”, ndr)», ha assicurato Yogev come riporta Ynet News. «Ma con i progressi tecnici che esistono oggi ─ ha continuato ─ non c’è giustificazione per svegliare alle 4 di mattina le persone che non vogliono andare a pregare: ci sono app per smartphone, sveglie e altre tecnologie per questo». Il deputato del partito Bayit Yehudi ha affermato di «non poter nemmeno contare» il numero di lamentele da parte di «musulmani, ebrei e cristiani» che sono infastiditi dagli adhàn.

Gli arabi costituiscono circa il 20% della popolazione israeliana e la maggior parte di loro sono musulmani.

Un altro disegno di legge legalizza le colonie

Il clamore causato dal cosiddetto “disegno di legge muezzìn” sta coprendo un altro provvedimento presentato domenica dal governo di destra di Benjamin Netanyahu. Come riporta il Jerusalem Post, esso prevede la legalizzazione da parte del governo dello Stato ebraico di circa 2mila abitazioni di coloni ebrei nei Territori palestinesi, molte delle quali costruite abusivamente su terreni palestinesi privati. Il dossier potrebbe creare gravi frizioni con l’amministrazione Obama e la comunità internazionale. L’Onu non riconosce alcuna colonia ebraica nei Territori come legittima.

 

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