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ITALIALe Dolomiti si sgretolano, nuova frana si stacca dal Sorapis

20.05.16 - 18:56
Dopo le forti piogge di ieri si è verificato un grosso movimento franoso dalle pendici meridionali della Punta Nera
Le Dolomiti si sgretolano, nuova frana si stacca dal Sorapis
Dopo le forti piogge di ieri si è verificato un grosso movimento franoso dalle pendici meridionali della Punta Nera

BELLUNO - Le Dolomiti continuano a perdere 'pezzi'. Stagione dopo stagione, frane di detriti, grossi massi, talvolta intere porzioni di parete, vengono giù come carta. È successo di nuovo oggi, da uno dei giganti che guardano la Valle del Boite, il Sorapis.

Dopo le forti piogge di ieri, un grosso movimento franoso - non ancora quantificato dai geologi - è avvenuto in quota, dalle pendici meridionali della Punta Nera. Il materiale si è scaricato in un canalone sottostante, senza rischi per gli abitati, lontani dal luogo della frana, né per la rete stradale. L'effetto sonoro però si è sentito a molti chilometri di distanza.

Lo schianto delle rocce ha provocato un boato udito fino alle porte di Cortina d'Ampezzo. Dall'area sottostante la Punta Nera si alzata una densa nuvola di polvere, e nella frazioni meridionali della cittadina ampezzana, Zuel, Acquabona e l'area artigianale di Pian da Lago, è salita l'apprensione. Perché questa è una zona martoriata dalle frane, e non si può mai sapere se la montagna sta preparando un nuovo disastro.

Fortunatamente la frana si è accumulata in un vallo naturale, lo stesso canyon dal quale si erano staccate nell'estate 2015 le colate fluide di fango e sassi che avevano ostruito per ben quattro volte la statale 51 di Alemagna, che dal Cadore sale verso la conca d'Ampezzo.

È il destino di questa vallata, che ha lungo il suo percorso tre-quattro punti critici per le frane, lungo l'asse che attraversa da Cancia di Cadore, San Vito, e arriva fino a dopo Cortina, a Fiames. Questa volta la zona in cui c'è stato il nuovo crollo è sulla verticale della cosiddetta 'frana di Acquabona', la frazione che lo scorso settembre era stata sfiorata da una colata detritica alta 3 metri e ampia 100.

Movimenti che possono essere di qualche migliaio di metri cubi di materiale, ma possono arrivare a decine di migliaia di metri cubi, come l'enorme frana che il 5 agosto 2015 si staccò dall'Antelao, spazzando via le auto parcheggiate davanti ad un impianto di risalita a San Vito di Cadore e provocando tre morti.

Le prime verifiche effettuate dopo il distacco sul Sorapis, hanno accertato - ha riferito l'assessore regionale alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin - che non ci sarebbe alcun pericolo per la popolazione. Domattina i geologici e i tecnici della Protezione civile effettueranno un sopralluogo più approfondito per monitorare il fenomeno.

Il sorvolo della zona compiuto dall'elicottero dei Vigili del Fuoco ha permesso di vedere da vicino il solco prodotto dalla frana, come se una enorme pialla fosse passata sul fianco del Sorapis, lasciando una striscia giallastra tra la neve e le rocce.

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