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RUSSIAAssassinio Politkovskaja: riapre il processo

25.06.09 - 12:45
KEYSTONE Keystone / AP Miguel Villagran
Assassinio Politkovskaja: riapre il processo

MOSCA - La Corte Suprema Russa ha annullato la sentenza di assoluzione per le tre persone accusate dell'omicidio della giornalista Anna Politkovskaia, uccisa nell'ottobre del 2006 e ha ordinato la riapertura del processo.

La sentenza assolutoria di primo grado aveva suscitato proteste e indignazione in tutto il mondo e in particolare tra i suoi colleghi del giornale Novaja Gazeta, e ora è stata annullata per vizi procedurali.

Anna Politkovskaja si era resa famosa per le sue denunce delle violazioni dei diritti umani in Cecenia e le sue critiche al governo Putin.

La Corte ha accolto il ricorso della procura (i figli della vittima avevano invece rinunciato) la quale nel frattempo aveva avviato nuove indagini, anche nel tentativo di individuare il mandante e di catturare il killer, due dei pezzi mancanti che avevano reso monco il processo.

Il dibattimento, come l'inchiesta, avvelenata da depistaggi e fughe di notizie, era partita subito male: il presidente aveva tentato di tenerlo a porte chiuse nascondendosi dietro una inesistente richiesta dei giurati per motivi di sicurezza. Ma la prosecuzione non era stata incoraggiante: valzer di giurati, incongruenze e contraddizioni investigative, sparizioni di prove, varie udienze senza stampa per la citazione di presunti documenti segreti. Opacità rilevate anche da Reporters sans Frontières, secondo cui l'assoluzione è "la conseguenza di una inchiesta incompleta e trasmessa prematuramente alla giustizia".

La difesa aveva insistito in particolare sul fatto che non erano state trovate tracce del Dna degli imputati - tutti ceceni - sull'arma del delitto e che i tabulati telefonici non permettevano di concludere che gli accusati erano presenti sul luogo dell'omicidio.

Gli imputati sono: l'ex dirigente della polizia moscovita Serghei Khadzhikurbanov, accusato di essere l'organizzatore del delitto per conto di un mandante non ancora identificato; i fratelli ceceni Dzhabrail e Ibragim Makhmudov, presunti 'pedinatori' della giornalista. Al quarto imputato, l'ex colonnello dei servizi segreti Pavel Riaguzov, erano contestati reati minori insieme allo stesso Khadzhkurbanov: abuso d'ufficio ed estorsione. Riaguzov, in particolare, avrebbe fornito l'indirizzo della Politkovskaia (trovata morta nell'atrio della sua abitazione, uccisa da un'arma da fuoco mentre usciva dall'ascensore) al gruppo ceceno.

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