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AFRICAAids, il Papa: "No ai preservativi, sì ad astinenza e castità"

17.03.09 - 20:18
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Aids, il Papa: "No ai preservativi, sì ad astinenza e castità"

CAMERUN - Papa Benedetto XVI sbarca in Africa e affronta subito le grandi tragedie di un continente popolato da quasi un miliardo di persone: le guerre, la povertà, la fame, la corruzione, la tratta di esseri umani, moderna versione della schiavitù. Ma soprattutto - mentre è ancora in volo verso il Camerun, prima tappa del suo viaggio africano - parla di Aids, su cui lancia un messaggio senza equivoci: "non si può superare - ammonisce - con la distribuzione dei preservativi, che anzi aumentano il problema".

In Africa, le cifre sono da brivido: la malattia ha mietuto già 17 milioni di vite, 27 milioni di persone sono affette dall'Hiv, e 10 milioni sono i bambini orfani dei genitori per il virus. La Chiesa cattolica è in prima linea nella battaglia e gestisce il 27% delle cure. Sul campo, molti tra i missionari chiedono una deroga alla dottrina: vorrebbero che almeno nelle coppie sposate, quando uno dei coniugi è contagiato, fosse lecito l'uso del profilattico.

Le parole di Ratzinger vanno però nella direzione dell'astinenza e della castità: serve, afferma il Papa, "una umanizzazione della sessualità, cioé un riconoscimento spirituale e umano che implica un nuovo modo di comportarsi l'uno con l'altro; (serve) una vera amicizia soprattutto con le persone sofferenti, una disponibilità anche a sacrifici e rinunce personali". No dunque ai "preservativi" (che Benedetto XVI nomina esplicitamente per la prima volta); dietro di essi vi è infatti una cultura immorale del sesso. No anche ai soldi "che sono necessari - ammette il Papa - ma che non aiutano se non c'é l'anima in chi li impiega". Bene, invece, l'esempio del Camerun dove i malati sono curati gratuitamente.

Il tema dell'Aids è affrontato da Benedetto XVI durante una conferenza stampa in volo. L'aereo ha appena lasciato dietro di sé il Mediterraneo e naviga sopra il Sahara, quando il Papa si affaccia per parlare con i giornalisti. La prima domanda è sul lato personale. "Santità - chiede un reporter francese - si sente solo dopo la vicenda dei lefevbriani e delle polemiche seguite?". Ratzinger sorride e risponde deciso: "A dire la verità mi viene da ridere con questo mito della solitudine". "Non mi sento solo", ripete; anzi, "sono circondato da amici e collaboratori", aggiunge snocciolando visite ad limina e incontri con i suoi vecchi "compagni di messa", ovvero sacerdoti ordinati insieme a lui.

Poi si parla di Africa; il Papa si sofferma sulla necessità che i grandi della terra non lascino sprofondare il continente sotto i colpi della crisi globale; annuncia che nella prossima enciclica - la cui uscita è stata ritardata dall'aggravarsi della crisi - sottolineerà come l'etica debba essere al centro dell'economia; si dice preoccupato della sfida delle sette evangeliche e le loro promesse di miracoli e facili guadagni, anche se è certo che la Chiesa cattolica avrà la meglio. Rimarca l'urgenza che anche fra i cattolici ci sia una purificazione dai peccati.

All'arrivo a Yaoundé, Benedetto XVI saluta il presidente del Camerun Paul Biya, e con lui tutta l'Africa. La Chiesa cattolica - preannuncia - non rimarrà in silenzio di fronte "al dolore o alla violenza, alla povertà o alla fame, alla corruzione o agli abusi di potere". Il Papa chiede all'Africa di accettare il Vangelo e non i modelli attuali che "ignorano il diritto alla vita dei non ancora nati".

La cerimonia si prolunga, nonostante il caldo e l'umidità insopportabile. Il presidente, da 27 anni al potere, è impettito e felice. La moglie indossa un vestito tradizionale e un grande cappello rosa, che da lontano sembra quasi una torta nuziale.

Dopo i saluti, il lungo corteo di macchine nere, ambulanze e pullman attraversa un tratto di foresta tropicale e si inoltra poi nelle strade della capitale, adagiata su sette colline. Ai lati della strada una folla impensabile per tante città europee. I colori, i canti, i boati di entusiasmo e l'allegria travolgono il Papa: ci sono bande e intere scolaresche, donne che danzano. E c'é anche chi indossa un abito tradizionale blu, con stampata su un seno una foto del Papa e sull'altro una foto di Biya. Inizia cosìla prima visita in Africa di Benedetto XVI.

ATS/ANSA

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