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MOSCARussia: Politkovskaia; giuria, tutti innocenti

19.02.09 - 19:04
Russia: Politkovskaia; giuria, tutti innocenti
MOSCA - Tutti assolti, a sorpresa, gli imputati per l'uccisione della giornalista di opposizione Anna Politkovskaia. I dodici giurati della corte militare di Mosca, dopo tre mesi di processo, hanno impiegato meno di tre ore di camera di consiglio per pronunciare, all'unanimità, un verdetto di non colpevolezza che pesa come un macigno sulla credibilità della procura e dell'intero sistema giudiziario russo.

Gli accusati, rimessi subito in libertà tra le lacrime della madre di uno di loro e i 'bravo' di parenti e amici, hanno già annunciato che chiederanno il risarcimento dei danni per l'ingiusta detenzione, anche se dovranno fare i conti prima con l'appello di rito dell'accusa.

Sdegnati e delusi i famigliari della Politkovskaia, i suoi ex colleghi e i difensori dei diritti dell'uomo, che però sembrano concordare su un punto: rispetto per il verdetto, la colpa semmai è delle carenze degli inquirenti, che non sono riusciti a mettere in piedi un'inchiesta rigorosa, nonostante le molte evidenze a disposizione.

In questo processo monco, privo del mandante e del sicario che il 7 ottobre 2006 freddò a Mosca la giornalista nell'ascensore di casa, erano finiti sul banco degli imputati solo tre comprimari, tutti ceceni: l'ex dirigente della polizia moscovita Serghei Khadzhikurbanov, accusato di essere l'organizzatore logistico del delitto, e i fratelli Dzhabrail e Ibragim Makhmudov, presunti 'pedinatori' della vittima.

Un terzo fratello, Rustan, è ricercato all'estero come presunto killer. Ad un quarto imputato, l'ex colonnello dei servizi segreti Pavel Riaguzov, erano contestati reati minori (abuso d'ufficio ed estorsione) per aver passato l'indirizzo della giornalista al gruppo operativo.

Il processo, come l'inchiesta, avvelenata da depistaggi e fughe di notizie, era partita subito male: il presidente aveva tentato di tenerlo a porte chiuse nascondendosi dietro una inesistente richiesta dei giurati per motivi di sicurezza. Ma la prosecuzione non era stata incoraggiante: valzer di giurati, incongruenze e contraddizioni investigative, sparizioni di prove, varie udienze senza stampa per la citazione di presunti documenti segreti.

Opacità rilevate anche da 'Reporters sans Frontieres', secondo cui l'assoluzione è "la conseguenza di una inchiesta incompleta e trasmessa prematuramente alla giustizia". La difesa aveva insistito in particolare sul fatto che non erano state trovate tracce del dna degli imputati sull'arma del delitto e che i tabulati telefonici non permettevano di concludere che gli accusati erano presenti sul luogo dell'omicidio.

Oggi la discussione dei giurati non è stata certo lunga e sofferta come quella dei "12" giurati del film di Nikita Mikhalkov. E l'accusa ne è uscita a pezzi. "Come prima del processo, quando avevo letto gli atti, anche ora ritengo i quattro imputati in un modo o nell'altro complici nell'uccisione di mia madre", ha commentato Ilià, il figlio di Anna Politkovskaia, precisando di rispettare però il verdetto, peraltro unanime, perché l'accusa non è stata in grado di provare la colpevolezza.

Dello stesso avviso Serghei Sokolov, caporedattore di 'Novaia Gazeta', il bisettimanale per cui lavorava la giornalista: "in aula potevano portare più prove e indizi. A me sembra che gli accusati abbiano a che fare con l'uccisione e noi continueremo a insistere su questa pista, ma rispettiamo il verdetto", ha dichiarato, promettendo che il giornale continuerà la sua inchiestà.

Sdegnato il presidente dell'Unione dei giornalisti russi, Vsevolod Bogdanov: "é una vera vergogna. Che razza di investigazione era se i giurati hanno approvato il verdetto all'unanimità?' Di fatto, le forze dell'ordine sono incapaci di dire perché o chi è responsabile per l'uccisione di qualsiasi giornalista in Russia".

Come è capitato in questi ultimi 15 anni, da Vlad Listiev, notissimo volto del primo canale televisivo freddato da sicari nel marzo del '95 al direttore dell'edizione russa della rivista americana Forbes, Paul Klebnikov, ucciso nel luglio del 2004: anche nel suo caso gli imputati furono assolti ed ora il tentativo di rifare il processo resta sospeso sine die per la loro irreperibilità.



ATS
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